giovedì 25 ottobre 2012

Juventus, frenata in Danimarca


Nell'attuale edizione della Champions League la Juventus ha disputato tre partite, contro Chelsea, Shakhtar Donetsk e Nordsjælland. In ognuna di queste gare è andata inizialmente in svantaggio, salvo poi riprendersi e concludere gli incontri con altrettanti pareggi. In buona sostanza, dopo aver preso dei ceffoni è sempre stata in grado di reagire, mantenendo inviolata la propria imbattibilità.

Va ricordato, però, che esistono due tipi di imbattibilità: quella fine a se stessa e quella che dà sostanza ai risultati.
La prima può portare ad accumulare record, destinati - nella maggior parte dei casi, col tempo - ad essere superati. La seconda, invece, accresce il valore di un'impresa compiuta. Prendendo come esempio le Olimpiadi, è la differenza che intercorre tra un'atleta che stabilisce un primato ed un altro che vince una medaglia d'oro.

La recente conquista dello scudetto da parte della Juventus, successiva a due settimi posti consecutivi, è stata impreziosita dalla mancanza di sconfitte dei bianconeri in serie A dal lontano 15 maggio 2011. Il fatto che la sua ultima disfatta europea risalga alla gara disputata il 18 marzo 2010 al "Craven Cottage" di Londra contro il Fulham (ottavi di finale dell'Europa League), viceversa, in termini di praticità significa poco o nulla. Anche perché l'anno immediatamente successivo, in quella stessa competizione, pareggiando tutte le sei partite del girone iniziale era stata poi eliminata dal torneo.

Ascoltare il richiamo alla massima concentrazione di Claudio Marchisio nei momenti precedenti l'incontro con il Nordsjælland ("In Champions League non ci sono mai partite facili") e vedere l'atteggiamento mostrato successivamente dai bianconeri sul campo, fa pensare che uno dei problemi principali della Vecchia Signora in questo genere di competizioni risieda proprio in un approccio sbagliato a quelle gare.

Il passaggio al turno successivo non è ancora compromesso, a patto che la Juventus inizi a dedicare alla Champions League le medesime attenzioni che riserva alla serie A. La personalità acquisita (ritrovata) in campionato è il risultato di un processo di maturazione avviato con il ritorno di Antonio Conte a Torino. Ora, però, Madama non deve fermarsi a questo punto.

Per banalizzare il concetto, l'Europa non è l'Italia. Sono due "mondi" diversi tra loro. Due club del calibro di Chelsea e Shakhtar Donetsk nel nostro calcio - al giorno d'oggi - non ci sono, tanto per quanto riguarda i valori tecnici espressi sul terreno di gioco quanto per ciò che concerne l'aspetto societario. Non a caso attualmente entrambe comandano i rispettivi campionati. Gli inglesi, oltretutto, sono pure i detentori del torneo.

Considerare il pareggio ottenuto contro il Nordsjælland (1-1) alla stessa stregua dei due che lo hanno preceduto non è possibile. Sotto certi punti di vista si è trattato di una sconfitta, un passo falso, un'occasione persa per incamerare tre punti importantissimi. Sono episodi evitabili, ma che comunque capitano. Con estrema franchezza lo ha detto anche Gianluigi Buffon ai microfoni dell'emittente satellitare "Sky Sport": "Ci sono gradini da passare nello sport, è un salto di qualità e difficoltà questo della Champions League a cui ci stiamo sottoponendo. Quello che fai in campionato non basta in Champions, ci sono passaggi naturali nello sport".

Visto e considerato che la soluzione ad uno dei problemi è stata trovata, adesso non resta che impegnarsi per metterla in pratica.

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5 commenti:

Giuliano ha detto...

se posso fare un discorso più "politico", devo dire che mi sta piacendo molto Andrea Agnelli, tra le persone note nel mondo dell'imprenditoria italiana è l'unico che sta facendo qualcosa di serio (sul discorso Fiat invece calerei un velo pietoso, ma ormai la Juve e la Fiat sono due cose distinte).
Su molte cose non sono d'accordo, e aspetto sempre le conferme sul campo, ma la Juve poteva scomparire e invece è qui, e il deficit di bilancio è dovuto in gran parte a investimenti per migliorare l'azienda e rilanciarla. Insomma, fin qui mi sento molto ottimista.
L'unico problema è che in campionato c'è tempo di recuperare alle incertezze, in Champions mica tanto...Sarebbe un peccato non passare il turno, ma vediamo cosa succede.
Chiedo scusa per aver definito "azienda" la Juve!!!
:-)
passo e chiudo

Danny67 ha detto...

Giuliano hai certamente ragione. Nella attuale Juve di Andrea Agnelli c'è molto più di positivo che non di negativo. Sappiamo tutti, credo, che il nostro Presidente stia facendo veramente tanto per trasformare la Società in qualcosa che prima non è mai esistito, se non nella mente e nei progetti di Giraudo. Sono altrettanto giuste però le osservazioni di Thomas che sottolinea la differenza tra i record fini a se stessi e quelli che ti portano a conseguire risultati memorabili. Ci sono motivazioni tecniche e motivazioni mentali alla base di quel piccolo-grande passo che ci manca per essere grandissimi anche in Europa. E su queste occorre lavorare in maniera profonda.

Giuliano ha detto...

Danny, il mio commento nasce da certe facce e certi nomi che vedo candidati per guidare l'Italia - mamma mia che spavento!
Soprattutto ce ne è uno, con un passato da settimo-ottavo posto, che mi fa pensare molto male.
(spero che Thomas mi perdoni la divagazione...)

Danny67 ha detto...

Giuliano ho capito a chi ti riferisci...mamma mia speriamo proprio che qualora si candidi veramente non sia eletto..

Thomas ha detto...

@Giuliano: sotto certi punti di vista, Giuliano, purtroppo un club è (anche) un’azienda. Hai ragione a definirlo così.

I ceffoni che prendi per primo a volte riesci a restituirli, ma con i punti persi in un gironcino di Champions League il discorso cambia: gli altri non stanno certo lì ad aspettarti.
Niente panico, comunque. Però un pizzico di paura non farebbe male agli uomini di Conte, Carrera e Alessio.

Andrea Agnelli mi piace. Tantissimo. Da sempre.
L’unica cosa che - ad oggi - non ho condiviso della sua gestione è stata la questione delle stelle da mettere in mostra sulla maglietta. Per quanto riguarda il resto, parere personale, chapeau.

@Danny67: la differenza che esiste tra la Juventus europea che c’era e quella attuale è la stessa che intercorre tra la volontà di Agnelli di provare a vincere la Champions League e le parole prudenti (eufemismo) sul tema di Marotta.

Ad entrambi: questo blog è anche casa vostra. Liberi di fare tutte le divagazioni che volete, anche andando sul personale. I limiti li conoscete benissimo
;-)

Un abbraccio e buon sabato :-)