giovedì 15 novembre 2012

Juventus e Inter: chi si ferma e’ perduto


Dell'attuale Juventus ormai si conosce tutto: pregi, difetti, schema prediletto e prospettive di crescita legate anche (e soprattutto) al ritorno di Antonio Conte sulla sua panchina una volta scontata la squalifica.
Quello che ancora non è noto, nel contesto della serie A, è il nome della principale antagonista della Vecchia Signora nella corsa allo scudetto. Ammesso, naturalmente, che possa trattarsi di una squadra soltanto.

Ad inizio campionato quel ruolo era stato attribuito dagli addetti ai lavori al Napoli di Walter Mazzarri: la recente vittoria ottenuta in coppa Italia (proprio ai danni della Juventus) ed il successivo impoverimento tecnico del Milan e dell'Udinese avevano costretto il club campano ad uscire allo scoperto. Tenuto Cavani e ceduto Lavezzi (sostituito a tempo pieno da Pandev), il suo valore sembrava essere una spanna sopra le altre avversarie di Madama, comprese la Roma del "vecchio" Zeman e l'Inter del "giovane" Stramaccioni. Fiorentina e Lazio, almeno per questa stagione, per motivi diversi non parevano attrezzate per puntare al tricolore.

Dopo lo scontro diretto vinto dai bianconeri (20 ottobre) è poi emersa l'Inter, diventata la candidata “numero due” alla vittoria finale. Eppure l'avvio della squadra nerazzurra non era stato dei migliori: espugnata Pescara era successivamente caduta in casa per mano della Roma, salvo riprendersi immediatamente grazie al successo esterno maturato a Torino contro i granata.

Subito dopo quella gara Stramaccioni si era apertamente sfogato nei confronti dei media più critici: "Inter provinciale? Bisogna sciacquarsi la bocca e contare sino a 10: l'Inter è venuta qui a fare la propria partita: se lo fanno gli altri bene, se lo facciamo noi siamo provinciali. Ci vuole rispetto per il mio club. Resta il fatto che avere Wes e Antonio (Sneijder e Cassano, ndr.) in squadra rende tutto più facile". Trascorso qualche giorno aveva poi leggermente corretto il tiro delle proprie dichiarazioni: "Se dicono che vinciamo da provinciali, facendo sottintendere che per vincere dovremo avviarci a una dimensione di quel tipo, non ci sto".

In quella stessa giornata di campionato la Juventus aveva sbancato la Genova rossoblù vincendo 3-1 grazie all'apporto decisivo fornito da Mirko Vucinic, subentrato a partita in corso dopo essere stato escluso dall'undici iniziale. In merito a questa decisione Carrera era stato chiaro: "E' partito dalla panchina perché deve dimostrare in allenamento di meritare il posto". Di rimando, l'attaccante montenegrino aveva dimostrato di aver appreso appieno la lezione: "Qui non esiste un leader solo, esiste un gruppo eccezionale".

Tornando ai nerazzurri, l'ironia della sorte ha voluto che venissero poi sconfitti in casa dal Siena, guarda caso una provinciale. Da quel momento ha conseguito sette vittorie su altrettante gare, l'ultima delle quali nella tana della Juventus, sua rivale storica, interrompendone la serie di quarantanove risultati utili consecutivi in serie A.
Qui le due strade si sono quasi incrociate, nel senso che la distanza minima in classifica tra i club, un punto soltanto, aveva contribuito ad accendere le speranze di sorpasso dell'Inter. Trascorsa una settimana, la sconfitta patita dalla Benamata a Bergamo contro un'altra provinciale (l'Atalanta) ha riportato la squadra di Stramaccioni a quattro lunghezze dai bianconeri. Il Napoli, nel frattempo, si è nuovamente fatto vivo nelle zone nobili del campionato.

Nei confronti di chi vede esclusivamente un duello tra Juventus e Inter per la conquista del tricolore suonano dolci le parole pronunciate da Javier Zanetti nei momenti successivi la caduta di Bergamo: "Mancano ancora tante partite e si sapeva che poteva capitare, ora dipenderà da noi". Sul fronte opposto Mirko Vucinic si è detto pronto a rientrare sui campi da gioco dopo aver superato i noti problemi fisici: "Ora sto bene, e in vista di questa settimana non dobbiamo abbassare la guardia. Lazio, Chelsea e Milan: tre partite che possono decidere il destino della nostra stagione, tra scudetto e Champions League".
In sintesi, l’attaccante montenegrino sembra aver fatto suo il famoso proverbio “chi si ferma è perduto”. Limitatamente al campionato, più che perduto potrebbe essere sorpassato dall’acerrima rivale.


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8 commenti:

Danny67 ha detto...

Probabilmente, oltre all'inter, il napoli sarà ancora pienamente in corsa con la Juventus per lo scudetto, e poi lazio, fiorentina e roma potrebbero, secondo me, dire qualcosa, ma soprattutto saranno squadre che incontrando le favoritissime potranno far pendere l'ago della bilancia da una parte piuttosto che dall'altra.

Un abbraccio Thomas

Thomas ha detto...

Sono d'accordo con te, Danny.
In piu' aggiungo che a parer mio contera' parecchio l'Europa League, quasi piu' che la Champions: Juve comunque favorita per lo scudetto, ma giocare il giovedi' e' davvero penalizzante.
Noi ne sappiamo qualcosa...

Un abbraccio!

Giuliano ha detto...

bisogna andare avanti come l'anno scorso, un passo alla volta come se non si fosse vinto niente. E così è, quest'anno non abbiamo ancora vinto niente e dobbiamo dimostrare tutto.

Danny67 ha detto...

@Giuliano
Beh...abbiamo vinto la Supercoppa Giuliano..;-))
Comunque hai ragione, un passo alla volta, solo così si raggiungono traguardi importanti.

@Thomas
Eccome se lo sappiamo...;-) Si è così, giocando di giovedì si recupera pochissimo la domenica, sia fisicamente che mentalmente. Mi auguro di passare il turno in Champions per tanti motivi, prestigio, soddisfazione, soldi che si incassano e....per non finire in Europa League.

Un saluto affettuoso ad entrambi

Giuliano ha detto...

la suopercoppa la metto nell'anno passato. A dir la verità, comincio ad avere fame: mi mangerei volentieri le due belve che vedo arrivare, una celestina e l'altra blu.

Paolo ha detto...

Anche io sono un fautore della politica dei piccoli passi.
Con una piccola annotazione: il 'passo' contro il Chelsea è decisamente quello più importante in questo scorcio di stagione. E l'Europa League non mi attira neanche un po'.

Il mio ricordo più antico del tifo per la Juventus è un famoso gol di Cuccureddu all'ultima giornata che valse uno scudetto. L'anno successivo arrivò il mio primo album delle figurine (che conservo ancora: c'è Scirea con la maglia dell'Atalanta in Serie B...). Ricordo come fosse ieri la delusione cocente per lo scudetto perso invece all'ultimo momento contro il Torino. Questa divagazione, che spero scuserete, serviva solo per spiegare che, fin da bambino, ho sempre considerato solo un risultato valido per la Juventus: la vittoria. E' un atteggiamento che non è mai cambiato. E mai cambierà.

Danny67 ha detto...

Caro Paolo, ti assicuro che anche io, per la Juventus vedo un solo risultato: la vittoria!

Thomas ha detto...

Bellissimo commento, Paolo.
Sono d’accordo con Giuliano: viva la politica dei piccoli passi.
In tutta sincerità, mi sarei tenuto uno dei tanti goals segnati contro il Pescara per la gara di ieri sera contro la Lazio…

Buona domenica a tutti!