mercoledì 24 aprile 2013

Juve e Toro, le ricorrenze nei derby

 
Un derby è un derby, una partita particolare che spesso sfugge ai pronostici e fa crollare le certezze più assolute. Anche quello di Torino, ovviamente, non si sottrae a questa regola non scritta. Sfogliando l'album dei ricordi si possono trovare moltissime stracittadine disputate sotto la Mole che potrebbero riassumere benissimo quanto appena detto. Nella stagione 2001/02, ad esempio, Juventus e Torino diedero vita a due gare tiratissime, che terminarono entrambe in parità in mezzo ad un festival di gol. Nella sfida del girone di andata Madama, dopo aver concluso la prima frazione di gioco in vantaggio di tre reti, aveva subito un'incredibile rimonta nei successivi quarantacinque minuti. Le era capitata, a onor del vero, l'occasione per chiudere definitivamente la partita grazie ad un calcio di rigore affidato al cileno Salas. Il problema, però, fu che l'attaccante aveva spedito il pallone alle stelle.
 
Prima di quell’esecuzione il torinista Maspero si era diretto verso il dischetto. Marco Ferrante, ex punta del Torino, ha recentemente parlato di quanto accaduto in quei momenti nel corso di un'intervista rilasciata a "Sportmediaset": "Credo che se uno fa una buchetta davanti al punto in cui calcio, questa non influisca. Non era mica un solco di un metro… La verità è che Salas ha calciato quel penalty di collo pieno e col corpo all’indietro. In questo modo è logico che il tiro finisce alto, si insegna nelle scuole calcio". Ristabilita la (sua) verità sull'episodio in questione, Ferrante ha affrontato un tema ancor più delicato: "In quel 3-3 successe davvero di tutto. Il fatto che non giocassi dall’inizio ha imbarazzato anche i miei compagni. E' stata una storia parecchio strana. All’epoca il nostro presidente era Cimminelli. Voci di corridoio dicevano fosse juventino, quindi costrinse Camolese a lasciarmi fuori, altrimenti lo avrebbe esonerato. Anche il mister può confermare".
 
Con il suo ingresso in campo aveva poi fornito un contributo importante nel raddrizzare le sorti del Torino. Ferrante era risultato decisivo anche nella gara di ritorno, disputata il 24 febbraio 2002. Fu proprio lui a segnare la rete del momentaneo pareggio granata dopo l'iniziale vantaggio bianconero realizzato da Trezeguet. L'attaccante del Torino aveva esultato correndo sotto la curva Maratona imitando le corna del toro. Fin qui nulla di strano, se non fosse che anche lo juventino Maresca aveva fatto altrettanto verso la fine dell'incontro, dopo aver messo a segno il gol del definitivo 2-2 (il momentaneo sorpasso granata portava la firma del francese Cauet). Apriti cielo. Dalla pancia dello stadio "Delle Alpi" ancora Ferrante non era riuscito a trattenere la propria rabbia: "Nel calcio ci può stare tutto: calci, pugni, falli da espulsione, ma certe cose non vanno bene. Gliel'ho detto, ma lui scappava. L'esultanza uguale alla mia? Vorrà dire che vuole venire al Toro, alla Juve vedo che trova poco spazio... ".
 
Marcello Lippi prese le difese del suo giovane centrocampista: "Andatevi a rileggere le dichiarazioni dei giocatori del Torino fatte durante la settimana, a partire da quelle di Lucarelli sulla maglia della Juve. Il clima era stato surriscaldato prima ancora di scendere in campo". Il già citato Cimminelli, invece, aveva spostato l'attenzione generale sulla direzione arbitrale: "Hanno giocato in dodici, Zambrotta andava espulso per quel fallo da dietro, è stato un arbitraggio provocatorio".
 
Tra i compagni di squadra di Maresca c'era stato chi aveva cercato di smorzare la tensione, come Ciro Ferrara ("Enzo voleva fare l'esultanza della zebra, ma non sa come si fa"), e chi invece non aveva gradito il suo gesto. David Trezeguet era tra loro: "Io non l'avrei fatto, non è nel mio stile dopo un gol andare sotto la curva o davanti alla panchina altrui a festeggiare. Questo non vuol dire, però, che Maresca abbia agito in malafede. Bisognerebbe chiederlo a lui". Con quel pareggio la Juventus venne momentaneamente superata in classifica da Inter e Roma, nel corso di un campionato che avrebbe regalato emozioni sino all'ultima giornata svoltasi nell'ormai celebre data del 5 maggio 2002. Niente a che vedere con l'attuale edizione, dove - almeno per quanto concerne lo scudetto - si è arrivati al punto di provare ad indovinare il momento esatto in cui la Vecchia Signora potrà festeggiare la conquista del suo secondo tricolore consecutivo.
 
Il ballottaggio al momento riguarda due gare: quella prevista per la prossima domenica, vale a dire il derby di Torino, oppure quella successiva, quando Madama ospiterà il Palermo. Accadrà il 5 maggio. In un modo o nell'altro, per i bianconeri si tratta sempre e comunque di ricorrenze particolari...
 
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2 commenti:

Giuliano ha detto...

il Toro è anche nello stemma della Juve, essendo il simbolo della città di Torino: Augusta Taurinorum
(lo avrà ricordato qualcuno, all'epoca del fatto?)
magnifica comunque la battuta di Ciro Ferrara.
da Maresca ci aspettavamo tutti molto di più, come carriera...
e infine, io il derby lo sento pochissimo, purtroppo non sono torinese; quello degli anni 70 lo sentivo invece molto, grande nostalgia per quegli anni in cui si poteva fare uno squadrone anche senza il "ricco scemo" a spendere e spandere.
Nostalgia anche per il grande Torino, quello degli anni 40...

Thomas ha detto...

Il derby io lo "sento" al fischio d'inizio.
Non prima, questa e' la principle differenza che avverto con le partite che giochiamo, ad esempio, contro Milan e Inter.

Giuliano, in questo momento mi trovo a Bevagna, vicino ad Assisi.
Rientrero' a casa domenica.
Qui si mangia (e si beve) veramente bene. Anche se e' dura trovare una localita' in Italia dove non succede...

Un abbraccio!