Il futuro europeo di Madama ora passerà inevitabilmente da quanto accadrà sul prato verde dello “Juventus Stadium”. Era già stato deciso che il prossimo 14 maggio vi si sarebbe disputata la finalissima dell'Europa League, di conseguenza tra poco meno di una settimana proprio su quel terreno la Vecchia Signora dovrà sudarsi l'accesso alla gara decisiva della manifestazione.
Il
giorno stesso in cui la Juventus aveva conquistato il primo scudetto
dell'era-Conte, il giornalista e scrittore Maurizio Crosetti
descrisse con queste parole l'impianto torinese: “Il
dodicesimo giocatore non scende in campo perché "è" il
campo. E' una tana di cemento e cristallo, è il primo stadio di
proprietà in Italia e l'ha costruito la Juve. Assai probabile che il
dodicesimo giocatore abbia portato punti in classifica. Impossibile
quantificarli, ma ci sono di sicuro. Ed è certo che la Juve sia
imbattuta anche per via della sua tana, la sua casa riconquistata
insieme all'identità di sé. Una visione tra passato e futuro,
perché un campo e uno stadio sono appartenenza, e insieme sono
sviluppo. Sono soldi”.
Può
darsi che l'aria di casa, l'affetto e la vicinanza dei suoi tifosi
restituiscano alla Juventus quelle sicurezze che in Europa spesso
smarrisce. Salvo ritrovarle quando i giochi sono ormai fatti.
L'elenco delle occasioni perse o comunque non colte al volo inizia ad
allungarsi pericolosamente e tra queste – sia chiaro – non vanno
certo annoverate le sconfitte patite per mano del Bayern Monaco nella
scorsa stagione. Ma gli approcci titubanti al cospetto dei vari
Nordsjælland,
Copenaghen e Galatasaray si ripropongono con una frequenza sempre
maggiore nel momento stesso in cui la Vecchia Signora abbandona il
Belpaese per iniziare qualche campagna d'Europa.
Le
reti subite dai bianconeri all'Estádio
da Luz erano evitabili, così come il bellissimo goal di Tevez poteva
non restare un caso isolato a se stesso, se soltanto qualche suo
compagno avesse avuto una mira migliore. Per carità, nulla è
compromesso, la finale è ancora a portata di mano. Ma l'Europa non è
l'Italia, se sbagli spesso manca il tempo per rimediare. La sconfitta
con il Benfica ricorda una volta in più quanto sarebbe importante
per la Juventus vincere l'Europa League, in modo da ritrovare la
sicurezza e l'autostima indispensabili per poter riprendere a pensare
in grande. Non è soltanto una questione di uomini, ma anche di
“testa”. L'Atletico Madrid attuale semifinalista della Champions
League (che ultimamente è riuscito ad aggiudicarsi qualche trofeo...
) è la prova lampante di questo concetto.
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5 commenti:
l'altra sera mi è tornato alla memoria Fanna: un Bruges-Juve, se non ricordo male, semifinale (il Bruges era molto forte in quegli anni). Fanna gioca una partita spettacolare, uomo ovunque; non è un attaccante puro ma si fa valere. A dieci minuti dalla fine il Trap lo toglie e mette dentro Boninsegna, probabilmente pensando già ai calci di rigore. Stavo la guardando la partita con mio padre, che dice: "Ecco, adesso segnano". E infatti il Bruges segna, fine della corsa per la Juve. Come l'altra sera con il Benfica: togli uno che tiene la palla e che ci sa fare, e metti dentro uno che non tiene palla e che si fa tagliar fuori dal gioco; oltretutto, Osvaldo e Giovinco non valgono mica Boninsegna (e neanche Fanna).
Conclusione: forse era il momento di mettere dentro non dico Llorente ma magari Padoin, lo dico per davvero. Quantomeno, contrasta, corre, poteva anche dare una spallata a tre quarti campo e beccarsi un'ammonizione...
Va beh, vediamo cosa succede questa settimana.
Intanto prendo atto che il Milan non ha quasi giocato, ieri sera a Roma: che si fa, chiamiamo l'ufficio inchieste? Prima il Parma che gioca alle belle statuine, adesso il Milan... (con dedica all'ottimo Garcia!)
:-)
La Roma sta facendo un campionato formidabile, che bisogno c'è di dire stupidaggini?
I tuoi commenti, Giuliano, spesso e volentieri completano (migliorandoli) gli articoli che scrivo.
La Roma in questa stagione è stata sfortunatissima: ha trovato un avversario superiore a lei, nonostante stia giocando un campionato favoloso.
Basterebbe riconoscere entrambe le cose (la sfortuna e i meriti dell'avversario), non è difficile.
Ma siamo in Italia, purtroppo...
Un abbraccio!!!
Credo nel ritorno...
saluti biancocelesti
http://mondobiancoceleste.blogspot.com
Concordo anche io pienamente con Giuliano e ripeto quanto avevo scritto a Thomas dopo la partita. Si poteva e si doveva vincere perchè dopo il pareggio il benfica era alle corde. Quantomeno il pareggio era tranquillamente da portare a casa.
Benvenuto a nome di tutti a "Mondo Biancoceleste".
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