venerdì 21 maggio 2010

Benvenuti alla Juventus



Finito il campionato, è iniziato il "valzer delle panchine". Mourinho è a Madrid per giocarsi la finale di Champions League contro il Bayern Monaco, e lì dovrebbe rimanere anche dopo la partita; Prandelli aspetta la fine della spedizione sudafricana per prendere (con ogni probabilità) il posto dell’attuale C.T. della nazionale azzurra Marcello Lippi; mentre a Firenze si sta già cercando un suo sostituto, nella Milano rossonera si "balla" tra Allegri e Filippo Galli; a Roma, salvo colpi di testa estivi, verrà (naturalmente) riconfermato Ranieri.
La Juventus? "Piaccia" o "non piaccia", Delneri è il suo nuovo allenatore.

"Delneri" o "Del Neri"? Sulla carta d’identità il cognome è scritto tutto attaccato; lui, però, preferisce tenere "Del" separato da "Neri". A molti sostenitori bianconeri, invece, il fatto che la scelta del nuovo mister sia ricaduta sui suoi baffi, proprio non è piaciuta. Poi… Poi anche "i contrari", pur continuando a domandarsi "il perché", hanno iniziato a farsene una ragione. Le strade, essenzialmente, finiscono col diventare due: non mi piace, ma ormai c’è e ce lo dobbiamo tenere; aspettiamo di vederlo all’opera, e poi giudichiamo. Né Benitez né - tantomeno - Capello: se l’individuazione del tecnico doveva dare una misura delle ambizioni immediate della società, ovvio che si sia rimasti delusi dal palmarès (più che dal nome) del tecnico friulano.
Ridimensionamento? No: programmazione. C’è da rifondare, altro che "ricompattare" (Marotta dixit. Frasi - giustamente - di circostanza). Con tanti saluti al "traghettatore" Zaccheroni, ora arriva il 4-4-2: addio al rombo e/o al trapezio di centrocampo, alla difesa a tre, ai dubbi su quale fosse lo schema migliore applicabile partita per partita. Un’identità precisa alla squadra, per una società deve ritrovare la "propria identità".

Andrea Agnelli è entrato nella casa juventina come un nuovo inquilino che deve fare piazza pulita di quello che c’era in precedenza: via tutto, un’imbiancata sui muri per dare una bella rinfrescata all’ambiente, per poi inserire un nuovo "arredamento". Tabula rasa doveva essere, e così sta accadendo. C’è ancora "un francese" di troppo (Jean Claude Blanc): questione di tempo, poi dovrebbe arrivare anche il suo turno.
Agli occhi di chi ama i colori bianconeri la sua presenza "stona": da tre cariche (le più importanti) a mandarlo via ce ne passa. Bisogna avere pazienza: quella che lui chiese ai tifosi per riavere una Juventus vincente; quella di cui ora i sostenitori si devono armare per aspettare che Marotta e il suo staff ricostruiscano, pezzo per pezzo, la società. Colpita (ma non affondata) da Farsopoli, e successivamente distrutta da una gestione che definire imbarazzante è dire poco.
Una delle peggiori annate della storia della Juventus ha finito per coincidere con quella che potrebbe consacrarsi come una stagione memorabile per l’Inter: vicini alla "tripletta" (Bayern Monaco permettendo) proprio quando i bianconeri sono costretti a ripartire da zero. O quasi. Brucia, terribilmente: perché tutto è nato dal 2006 e perché i mezzi - economici e tecnici - per non ritrovarsi quattro anni dopo in questa situazione c’erano.

Piangere sul latte versato non serve a nulla. Quello che c’era da rompere, è stato distrutto. Ora si riparte, come è già capitato in passato nella storia ultracentenaria della Vecchia Signora. Con il quarto Agnelli alla Presidenza (Andrea dopo Edoardo, Giovanni e il padre Umberto): non è un sinonimo di vittoria, ma di speranza. Si possono anche non conquistare trofei nell’immediato, ma si devono assemblare - anno dopo anno - giocatori e idee nel segno della continuità. Non è possibile dover sempre cambiare tutto ogni volta (a partire dall’allenatore) e pensare/sperare che prima o poi arrivi la stagione giusta. Lo faceva l’Inter, quando esistevano il Milan e la Juventus. Ora il calcio italiano è debole, livellato verso il basso: la finale di Madrid dei nerazzurri è l’eccezione che conferma la regola. Tolti loro, in Italia rimangono i rossoneri orfani degli investimenti di Berlusconi, la Roma dei debiti, la Fiorentina dei giovani, la Sampdoria dei "senza Marotta", il Napoli di De Laurentiis e il Palermo di Zamparini (due garanzie)… Costruendo una squadra con un po’ di logica (e tanta tecnica), ipotizzare i bianconeri almeno terzi al termine del prossimo campionato non significa fare un azzardo (a livello assoluto). Poi, naturalmente, il calciomercato estivo sposterà l’ago della bilancia verso l’una o l’altra squadra. E il campo, come al solito, mostrerà quali erano - realmente - i valori assoluti.

Cambiato il vertice (ed altri nuovi arrivi dovrebbero comunque materializzarsi nei prossimi tempi), ora si potrà iniziare a mettere mano alla squadra. Con il marchio del "made in Italy" già pronto, e con l’obiettivo di tornare alle posizioni che competono ad una società che dovrà dare dimostrazione di potersi chiamare "Juventus" sia dentro che fuori dal campo.
Il lavoro è iniziato, il dado è stato tratto. Andrea Agnelli ha deciso di metterci la faccia, oltre il cuore. A Marotta, ora, spetta un compito veramente arduo.
In bocca al lupo. A tutti.

Del Neri? Stia tranquillo. I tifosi hanno capito che la prossima sarà la stagione della semina. Per poi raccogliere: il "quando", è ancora tutto da vedere. Nessuno pretenderà subito lo scudetto.
Verrà chiesto, semplicemente, di arrivare primi. Davanti a tutti.
"Vincere non è importante, ma l'unica cosa che conta...". Lo disse Giampiero Boniperti. Una vita in bianconero.
Benvenuti alla Juventus.

Articolo pubblicato su Tutto Juve.com

9 commenti:

Giuliano ha detto...

Il discorso su come si scrivono i cognomi coinvolge gli impiegati dell'anagrafe, ed è un argomento interessante. Basta una svista, e il cognome è diverso da quello che si pensava: ricordo di aver letto che anche De Gasperi, all'anagrafe austoungarica,risultava Degasperi. Visto che anche Del Neri viene dall'impero austroungarico, si capisce la natura dell'equivoco: probabilmente un impiegato tedesco madrelingua non ha capito quel "De" o quel "Del" (o non ha voluto capirlo).
Non è che sono esperto di queste cose, ma da quando ho letto i libri di Emidio De Felice, che ai cognomi e alla loro storia ha dedicato dei bei libri negli anni '80, mi sono appassionato anch'io.
Tra le altre cose, un mio ex vicino di casa aveva sulla targhetta della porta un cognome diverso da quello dei suoi figli, che avevano fatto ripristinare la dizione originaria...(è meno strano di quel che sembra!)

Thomas ha detto...

Fantastico, Giuliano!
Bellissimo commento.
Grazie ;-)

Oggi giornata di sole. Ho ricevuto una visita piacevole e, in parte, inaspettata. Ergo: si va al mare.
Tornerò nel tardo pomeriggio
Un abbraccio :-)

JUVE 90 ha detto...

speriamo che il raccolto sia buono...
La gazzetta ha detto che si scrive Del Neri (separato) quindi noi lo scriviamo tutto insieme :-)

Giuliano ha detto...

Juve90, sono d'accordo!
:-)
Se è per fare un dispetto alla gazzetta, sono disposto anche a firmarmi giugliano!

IoJuventino ha detto...

L'ultima frase di Boniperti è storica. Ce n'è un'altra interessante. Quando Umberto Agnelli affidò la Juve a Giraudo gli disse: "Non ci sono soldi. C'è da sistemare i conti. Bisogna vincere!".

marco99 ha detto...

io invece amico mio tengo separati "co" e "glioni" che sono quelli che cominciano a girami...

un abbraccio

Thomas ha detto...

@JUVE 90: questa me l’ero persa… ;-)
Per fare un piacere al mister, nell’articolo, verso la fine, volutamente l’ho scritto staccato.
Ma se le cose stanno così… :-)
@Giuliano: d’ora in poi ti chiamerò anch’io "Giugliano"… ;-)
@IoJuventino: due parole, in merito a quello che hai scritto: “stile” “juve”.
La vittoria, come unico obiettivo.
Contro ogni ostacolo
@marco99: ero in spiaggia quando ho letto il tuo commento… Sono scoppiato a ridere… ;-)

Colgo l’occasione per ringraziare di cuore Michele, uno degli amici – in assoluto – più cari che ho.
Aveva una voglia matta di vedere la finale di stasera.
Io, naturalmente, no.
“Gira che ti rigira”, con continui cambi di programma Intercorsi durante il pomeriggio odierno, dall’idea di andare a cena a casa di Chiara siamo passati a quella di Letizia. Vista l’impossibilità per entrambe le opzioni: a casa di Thomas.
Tutti. Non a cena: dopo.
Così ci concentriamo bene e non ce ne perdiamo neanche un minuto.
Caro Miki: se l’Inter dovesse vincere, a pochi minuti dalla fine della gara, inizia a correre.
Forte…
;-)

Un abbraccio a tutti.
Tanta fortuna all’Inter.

Anonimo ha detto...

Del Neri non mi convince molto, con le grandi non riesce ad esprimere al meglio il suo gioco!

Thomas ha detto...

Speriamo stavolta vada diversamente.
A novembre un'idea ce la saremo già fatta...
Ciao e grazie ;-)