mercoledì 26 maggio 2010

L'addio di Mourihno e il calcio italiano dopo il 2006...



Ha un fascino particolare, Mourinho. Per un motivo o per l’altro, attira a sé tutti: amici e nemici, ammiratori e critici, i giocatori alle proprie dipendenze e quelli avversari. E vince. Tanto. Ha capito quando era il momento di venire all’Inter; viceversa, potrebbe aver individuato l’attimo giusto per un addio anticipato.
Andrà al Real Madrid: questa volta non è una bufala. Bisogna solo attendere che Moratti trovi un accordo con il "vero" Florentino Pérez (lasciando perdere i suoi imitatori). Poi, sarà Spagna.
Se ne va da un campionato che non ama: è abituato a imporre la sua cultura calcistica, fatta di provocazioni, dubbi, sospetti, scosse nervose e tensioni. Il problema è che l’Italia, in questo, è maestra: mentre in Inghilterra e in Portogallo sono aspetti poco curati, da noi rappresentano il "cibo quotidiano". Troppo simili, gli italiani e lui, perché si potesse sentire a proprio agio. I successi, in questo senso, non hanno aiutato. Anzi: gli hanno dato la possibilità di andarsene via prima rispetto a quanto concordato. Da vincente.

"Tripletta", in un’annata iniziata male: la Juventus, in campionato, con quelle quattro vittorie iniziali sembrava un avversario veramente temibile; i nerazzurri - in quel di Pechino - avevano lasciato alla Lazio il primo trofeo stagionale (la Supercoppa Italiana). Nulla di particolare, per carità. Briciole, rispetto a quanto raccolto da quel momento in poi. Due soli punti di distacco dai bianconeri nelle prime quattro giornate della serie A, allorquando la squadra di Ciro Ferrara sembrava fosse, pur con limiti di gioco abbastanza evidenti, figlia legittima di un calciomercato estivo ricco di stelle e stelline, con il contorno di giocatori - tra i quali Cannavaro e Grosso - che avrebbero dovuto considerare il campionato come l’ideale trampolino di lancio verso il loro ultimo Mondiale. Alla quinta tappa, proprio quando i bianconeri a Marassi, contro il Genoa, avevano fatto (intra)vedere segni di un bel gioco che non si è (quasi) mai più rivisto, ecco l’aggancio. Per il sorpasso, bastava attendere pochi giorni.
Il resto, è storia attuale. Adesso, a onor del vero, superata.

La Juventus di Blanc e John Elkann conclude il suo ciclo di quattro anni, mostrando un’immagine perfetta per l’idea all’origine del suo concepimento: una squadra perdente con il sorriso sulle labbra. Spopolano, in questi giorni in internet, le foto dei giocatori bianconeri sorridenti nella tournée americana post-campionato: la Statua della Libertà e le cascate del Niagara come sfondo di un gruppo di ragazzi ritratti mentre si trovano in vacanza. Dopo aver perso, tanto per cambiare, le uniche due partite disputate: quelle contro i Red Bulls di New York e la Fiorentina.

Mentre Andrea Agnelli cercherà di ricostruire la Vecchia Signora (quasi) da zero, l’Inter affronterà la nuova stagione senza la sua "guida" in panchina. Quell’allenatore che è riuscito, piaccia o non piaccia, a cambiare la mentalità di una società dal DNA debole: dietro alle sconfitte e agli acquisti inutili degli anni precedenti il 2006, non c’entrano le persone sotto processo a Napoli; viceversa, le attuali vittorie sono figlie di quella farsa. Conquistare scudetti in Italia - da quel momento in poi - è stato (relativamente) facile, per lui quanto per il suo predecessore; in Europa lo scoglio da superare era rappresentato da quegli ottavi di finale diventati, ormai, un appuntamento fisso per gli sfottò dei tifosi avversari. E’ lì che l’allenatore portoghese "ci ha messo del suo". Oltrepassati quelli, sono giunti sino in fondo. Dove non arrivavano i meriti di Mourinho, Milito, Eto’o, Sneijder e della difesa nerazzurra "all’italiana", ci hanno pensato gli arbitri. "Furti" (anche) all’estero, quando capitava alla Juventus. "Errori umani", nel contesto di imprese già diventate epiche, ora che accadono all’Inter.

E’ un Roberto Mancini "diverso", rispetto al 2006, quello che si è presentato all’udienza della giornata di ieri del processo penale di Napoli. Non solo nel taglio di capelli. Altro che "sistema": tutte le accuse da lui lanciate nel passato, si è "scoperto" ora che sono state il frutto di una banale "foga agonistica". Che, unita al sentimento popolare, hanno distrutto la Juventus. Quindici minuti: tanto è durata la sua deposizione. Il tempo dell’intervallo di una normale partita di calcio. Era l’ultimo teste dell’accusa: anche questo è stato favorevole alla difesa.
Proprio Mancini era stato il primo a fruire (anche con effetto retroattivo) delle disgrazie capitate ai bianconeri: il pm Capuano gli ha chiesto, semplicemente, di spiegare cosa ci fosse dietro a quei violenti attacchi verbali di quattro anni fa, e a quelle insinuazioni che sembravano corroborate da chissà quali prove. La mancanza di un controesame delle difese è stato l’evidente segno della totale mancanza di "consistenza" della sua deposizione.

Più si va avanti con questo processo, maggiore è la rabbia dei tifosi juventini per quello che è accaduto nel maggio del 2006. Se nel passato fossero state immediatamente a disposizione quelle intercettazioni che - con cadenza quasi quotidiana - vengono ora estratte dal cilindro (o dai cd) di quelle all’epoca considerate "irrilevanti", sarebbe stato oggettivamente più difficile distruggere la Juventus.

Con i "se" ed i "ma", però, si costruisce la storia dei perdenti. Inutile girarci intorno.
In effetti, la storia dell’Inter "vincente" ha inizio proprio nel 2006.

Articolo pubblicato su Tutto Juve.com

24 commenti:

IoJuventino ha detto...

Non l'ho mai sentito parlare di tattica. Né ho mai capito quali siano le sue teorie su uomini, ruoli e gestione della partita. Ho solo visto un Mancini-portoghese solo più piagnone. Anche se prendessero Mihajlovic i nerazzurri vincerebbero facile per clamorosa-inferiorità della concorrenza. Ha praticamente quasi perso lo scudetto contro la Roma di Ranieri. Ha vinto una Champions a furia di arbitri amici o arbitraggi comprati. Ha solo litigato e scatenato violenza verbale. Quindi? Che c***o di fascino è questo? Io sinceramente mi aspettavo un personaggio più divertente. Purtroppo rimango di un mio parere che è facilmente confutabile, ma che purtroppo legge alcuni fatti incontrovertibili. Ti dirò, se davvero va al Real e spero che il Barca non ceda Guardiola, sono proprio curioso di capire cosa potrà fare in una situazione complicata come quella di Madrid. Fino a ora è stato grande con i piccoli!

Thomas ha detto...

Ho scritto volutamente di un fascino "particolare", e del fatto che attira su di sè tutti (amici e nemici).
Ho aggiunto che nè lui nè il suo predecessore hanno avuto particolari difficoltà a vincere gli scudetti (grazie a Farsopoli).
Ho fatto riferimenti espliciti agli aiuti arbitrali in Champions League.
Ma è difficile negare che sia un grande allenatore. Non è il tipo che parla molto di tattica, ma ha rivoltato l'Inter come un calzino in due anni: prima vinceva solo in Italia con Ibra; ora (anche) in Europa con Milito, ma pure grazie a Eto'o terzino.
Mi spiace, ma pur non sopportandolo e non condividendo nulla dei suoi metodi, i risultati parlano chiaro

marco99 ha detto...

anche io credo che il mou non sia un grande allenatore.
vinceva più "facile" mancini con una rosa inferiore.
La champions non la considero nemmeno perchè è un vergognoso furto arbitrale.

il solo merito del mou sta nel suo carattere, sta nel modo in cui tiene psicologicamente lo spogliatoio e sull'arte di sviare l'attenzione dalla squadra o da ciò che non gli fa comodo.

un abbraccio!

Ridolino ha detto...

Passavo di qui e pensavo di fare un salutino.
Non mi aspettavo che ci fosse ancora chi stava a rosikare dietro al Mou, ormai è andato, basta, fatevene una ragione.
Ormai non è più un nemico, potete abbandonare il fucile e riconoscerene i meriti.
Che non capire niente di calcio non è un dramma ma arroccarsi su certe posizioni è delirante.

squeeze ha detto...

1) leggevo che contro il barcellona Mourinho ha portato in panchina Figo per fargli fare pressione contro il 4° uomo di Benquerença. Bravo

2) moratti che pensi ad altro, un covo di interisti come la rai ha pochi eguali: gentili, civoli, mazzola, bagni....

3) vorrei che partisse la querela di Moggi a Travaglio per questo articolo sull'espresso

14 maggio 2010, in MARCO TRAVAGLIO
Moggi, Torino e le malefemmine
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Signornò, da L'Espresso in edicola

Comunque finisca il processo di Napoli su Calciopoli, Luciano Moggi ha già vinto, almeno sul piano mediatico. Complici folte schiere di giornalisti smemorati e/o asserviti, vedi la recente puntata di “Matrix”, l’ex direttore generale della Juventus è riuscito a gabellare la bufala del “così facevan tutti”. Stampa e tv hanno pubblicato le “nuove intercettazioni” di Moratti e Facchetti per dimostrare che Juve e Inter pari sono. ***********************************************************************Tanto quelle pubblicate nel 2006, in cui “Lucianone” ordinava arbitri à la carte e tramava per salvare le squadre amiche, chi se le ricorda più. **********************

Eppure, per rimettere le cose a posto, basterebbe una sentenza del Tribunale di Torino: quella del 1995 sulle sexy-accompagnatrici per gli arbitri di coppa Uefa del Torino Calcio, all’epoca diretto da Moggi e presieduto da Gianmauro Borsano. Nel 1993 la Procura indaga sui fondi neri della società granata e scopre un conto segreto (“Mundial”) per pagare i fuoribusta a giocatori, dirigenti e procuratori, ma anche le “pubbliche relazioni-accompagnatrici”. Decine di milioni di lire per accogliere le terne arbitrali internazionali con gioielli, orologi, abiti firmati e ragazze-squillo. Nel diario del ragionier Giovanni Matta, ex contabile del club, i pm leggono: “Ieri s’è presentata Adriana R., faccia, fisico e abbigliamento di puttana di alta classe: voleva 6.300.000 per le prestazioni amorose sue (?) e di colleghe per gli arbitri Aek Atene”. Matta rivela: “Era Moggi a combinare questi incontri” insieme al factotum Gigi Pavarese. Borsano conferma: “Delle prostitute si occupava Moggi”. Adriana (la squillo arbitrale), Vittoria e Marina (addette ai guardalinee) raccontano: “Nella hall dell’albergo ci davano le chiavi delle stanze degli arbitri. Noi salivamo durante la partita e li attendevamo lì”. La scena si ripete per almeno tre turni della coppa Uefa 1991-’92. Moggi si difende come Scajola: non s’era accorto di nulla, pensava a innocenti “hostess” o “interpreti”, comunque faceva tutto Pavarese. Che si prende tutta la colpa.

Alla fine i giudici ritengono indimostrabile lo sfruttamento della prostituzione. Resta il reato di frode sportiva, che però scatta solo per le gare Coni (campionato e coppa Italia), non per quelle Uefa. Ce ne sarebbe abbastanza per una squalifica della giustizia sportiva, ma questa si volta dall’altra parte. E la Juve di Umberto Agnelli si precipita a ingaggiare Moggi. Anche se, nel decreto di archiviazione del gup Piera Caprioglio (24 ottobre 1995), si legge: “Non può esser revocato in dubbio un piano di assistenza femminile degli illustri ospiti” nè che “la scelta di connotare l’ospitalità con presenze femminili sia riferibile al Moggi”. Ne consegue un “severo giudizio sulla lealtà dei dirigenti” che resero “più ameno il soggiorno degli arbitri” con “l’ingaggio di avvenenti signore addette al dopo cena… La lesione degli interessi sportivi e la frustrazione delle regole del calcio si stagliano in modo anche troppo evidente”. Davvero così fan tutti?

Thomas ha detto...

@marco99: su Mourinho mi sono dovuto ricredere.
Più per quanto ha fatto vedere in Europa (con aiuti arbitrali annessi e connessi, of course) che in Italia. Uno stipendio così alto non lo merita nessun allenatore del mondo.
Ma “qualcosa” in più, di suo, mi sento di poter dire che lo ha comunque messo
@Ridolino: non si tratta di capire o meno di calcio: sono solo opinioni diverse.
In questo caso (nello specifico, Mourinho) sono d’accordo con te. Ma non per questo reputo Marco e Io Juventino – al netto dell’amicizia nei loro confronti - due persone che non si intendono di pallone.
Ognuno esprime la propria idea: pur non condividendola, il solo fatto che lo abbiano scritto nel mio blog, a me va bene.
Vale per loro, ma anche per te
@squeeze: ti rispondo “punto per punto:
1) nel dare un giudizio “globale” su Mourinho, mi riferivo anche a questi aspetti;
2) (stra)concordo;
3) “Lucky Luciano” – scritto da “Ala Sinistra” e “Mezzala Destra”. Sai chi si cela dietro ad uno dei due pseudonimi? Proprio lui: Marco Travaglio. Gliel’ho ricordato, intervenendo nel suo blog, in un articolo “delirante” in merito alle udienze del processo di Napoli, nello spazio dei commenti: “ora che sono uscite le altre intercettazioni, se Moggi venisse assolto a Napoli, quante copie venderebbe ancora di quel libro?” Quello non è giornalismo, è voler tirare acqua al proprio mulino. Anzi: al proprio portafoglio. Spesso le due cose coincidono. Ps: il libro è qui accanto a me. L’ho letto.
Un abbraccio

MauryTBN ha detto...

Mourinho non ci ha portato niente di nuovo secondo me. Pensava di arrivare e diventare il re delle polemiche, riuscendo a prendersela addirittura con Lo Monaco l'anno scorso. Inizialmente la stampa gli ha dato retta, fino ad arrivare all'apoteosi nella conferenza stampa in cui parlò di "prostituzione intellettuale". Poi la gente ha capito qual era il suo gioco e ha dato il giusto peso alle sue parole! Ha finito con il farsi due graditissimi mesi di silenzio stampa, tanto le sue pressioni psicologiche non interessavano più a nessuno, le avevamo già ogni domenica da prima che lui nascesse.
La prostituzione intellettuale (a suo favore però!!) si è vista benissimo anche in campo tattico. Le due partite con il Barcellona sono state un esempio di catenaccio purissimo. Eppure è stato dipinto come uno stratega eccezionale. Serve un tecnico da 11 milioni di euro all'anno per mettere 10 giocatori su due linee a ridosso dell'area? Se gli arbitri avessero fatto il loro lavoro si sarebbe parlato di un Mou remissivo e catenacciaro, mica di un genio!
Travaglio è un prezzemolino, scrive ovunque di qualsiasi argomento. Non può sapere tutto, non è umano, qualche cavolata la deve sparare qua e là! E infatti....

Thomas ha detto...

Sulla prima parte di quello che hai scritto, nell'articolo trovi queste parole:
"Se ne va da un campionato che non ama: è abituato a imporre la sua cultura calcistica, fatta di provocazioni, dubbi, sospetti, scosse nervose e tensioni. Il problema è che l’Italia, in questo, è maestra"

Sullo stipendio, concordo. Prima ho risposto così:
"Uno stipendio così alto non lo merita nessun allenatore del mondo.

Nel punto in cui scrivi "Se gli arbitri avessero fatto il loro lavoro si sarebbe parlato di un Mou remissivo e catenacciaro, mica di un genio!", rispondo che - pur grazie all'aiuto evidente, anche nella finalissima, dei fischietti - ha comunque fatto vincere l'Inter in Europa.
Non accadeva da una vita.
In tutta sincerità, non avrei mai pensato di vedere i nerazzurri alzare la Champions League.
Così come, a onor del vero, la Juventus in serie B.
Le due cose sono strettamente legate. Anche a 4 anni di distanza.

Un abbraccio, Maury ;-)
E grazie

Antonio ha detto...

Mou ha il pregio di avere carisma. E questo gli ha permesso di avere in mano uno spogliatoio difficile. La vittoria più importante è stata quella di tenere fuori dallo spogliatoio Moratti ed i suoi interventi destabilizzanti, gestendo il caso Balotelli senza che il presidente potesse intervenire come fatto in passato con altri calciatori. E' un buon allenatore, i risultati dicono grande, ma io sul grande attenderei. Il fatto che sia andato via all'Italia è la conferma che il calcio italiano è mediocre, non c'è concorrenza e Mou questo l'ha capito.

Ridolino ha detto...

Mi spiace Cronache ma io non ci vedo opinioni, ci vedo solo grandi pregiudizi. Qualche esempio?

"Non l'ho mai sentito parlare di tattica" ...quale allenatore parla di tattica in TV? E mi riferisco a qualcosa di meno banale di "dobbiamo difenderci con ordine". E, soprattutto, chi è l'ultimo giornalista che ha fatto una domanda di tattica ad un allenatore? E mi riferisco sempre a qualcosa di meno banale di "abbiamo visto che vi siete difesi con ordine".

Per Marco Mou non è un grande perchè la coppa è stata un furto arbitrale? Bene, mi dica il nome di un grande allenatore, allora. Qualcuno che ha vinto senza "aiuti". Non c'è squadra che abbia fatto un percorso netto. Indipendentemente dal fatto che questi "aiuti" abbiano fatto realmente la differenza.

Squeeze "ha letto" che si è portato Figo per fare pressioni sull'arbitro. Può darsi. A quanto pare, però, non "ha letto" cosa Figo rappresenti per il Barca.

Maury dice che se l'è presa con LoMonaco ...dimenticando che è stato esattamente il contrario.

Sul catenaccio, concordo in pieno sulla partita di ritorno. Non lo chiamiamo catenaccio solo perchè è stato nobilitato dalla perfezione dei movimenti dei giocatori, ma in realtà quello è stato.
Però dire che nella partita di andata si è fatto catenaccio, mi spiace, ma è una cosa assurda.

JUVE 90 ha detto...

Complimenti per l'articolo Thomas. Evidentemente a Mancini erano i capelli che gli facevano dire certe cose :-).

Ridolino: è stato Mourinho il primo ad attaccare Lo Monaco, o forse ricordo solo io che prima di inter-catania del 2008 disse "basta un inter sufficiente a battere il Catania"?

marco99 ha detto...

ridolino ex ahahahah

parli per esperienza personale vero?
quindi hai ragione, se non capisci nulla di calcio la colpa non è tua, sei nato cosai
stammi bene ;)

Giuliano ha detto...

Dino Zoff vinse la Coppa UEFA e la Coppa Italia con una formazione che faceva un po' ridere; ed era la Coppa UEFA seria, quella con le seconde e le terze dei rispettivi campionati.
Il Trap e Vycpalek si inventarono dal nulla giocatori come Gentile e Torricelli (io c'ero, e mi ricordo cosa si diceva di Gentile, prima che incontrasse il Trap: altro che Molinaro...).
Con Vycpalek allenatore, e prima con Picchi, uno sconosciuto come Causio divenne titolare - e qui mi fermo per amor di patria, potrei risalire dal 1970 in qua.

A Mourinho non lascio passare quei sarcasmi su "zero tituli": si può essere grandissimi e non vincere nulla. Penso a Gigi Riva, che rimase a Cagliari perché gli piaceva stare a Cagliari, e rifiutò offerte che lo avrebbero fatto diventare ricchissimo; ma di esempi ce ne sono tanti anche qui.
Penso a tutti quei ragazzi e ragazze che stavano iniziando a ottenere risultati e si sono dovuti fermare, per infortuni o per studiare, o magari perché c'era un bambino in arrivo...
Chi se ne frega dei tituli, vent'anni fa Ben Johnson vinceva tutto, Indurain e Armstrong non passerebbero un antidoping, Marion Jones, eccetera...
Questa degli "zero tituli" è veramente un'ideologia che andrebbe vietata, perché non è bello insegnarla ai bambini. Per me, nel 1975, Juve e Toro hanno vinto lo scudetto tutte e due.
E, se la Champions finisce ai rigori, significa che ci sono due vincitori: il resto, per piacere, che palle.

Ridolino ha detto...

o forse ricordo solo io che prima di inter-catania del 2008 disse "basta un inter sufficiente a battere il Catania"?

Wow, che attacco di indicibile violenza.
Sostenere che la propria squadra, campione d'Italia, sia più forte di un'altra.
Assolutamente agghiacciante.
Ma quindi quando DelPiero sosteneva che la juve potesse vincere tutto stava portando un attacco brutale a qualsiasi squadra italiana e d'europa?
Buono a sapersi.

Marco99: certo, certo. Apprezzo le analisi approfondite...

MauryTBN ha detto...

Siccome non siamo d'accordo su chi abbia iniziato lasciamo stare il caso LoMonaco. Tolto questo, quante altre volte Mourinho non si è fatto i fattacci suoi? Sempre pronto a commentare le questioni altrui, salvo poi rispondere con un "sappiamo io e lui" quando gli si chiedeva dei dissapori con Balotelli.
Stavo pensando che Mou mi ricorda un po' Moggi: odiato da tutti, amato solo dai propri tifosi. Vedrete che però l'anno prossimo avremo qualcos'altro di cui parlare, non è finito il calcio con la sua partenza! :-)

Thomas ha detto...

Ciao a tutti! Giornata pesante. E non “positivissima”.
Piaccia o non piaccia ;-)
Quando avevo in mente questo articolo, sapevo avrei scatenato – all’interno del blog - un “piccolo” dibattito. L’intervento di Ridolino, poi, ha gettato benzina sul fuoco.
Ma già prima c’era chi non era parzialmente (o completamente) d’accordo con me.
Naturalmente, come già sostenuto in passato, la cosa non può che farmi piacere.
Su una cosa, in questa mia risposta “generale”, continuo a battere tasto: qui non si danno medaglie per la competenza calcistica di chi scrive e/o chi legge.
Ci sono opinioni diverse: dettate o meno dal pregiudizio, sono – e restano - opinioni.
A me “tutte” vanno bene: perché è un punto della rete “aperto” alle idee di chi ha piacere di scrivere.
A partire dal sottoscritto, per finire al visitatore occasionale.
Punto.

Arrigo Sacchi e il suo Milan hanno fatto epoca.
C’è chi dice che il merito maggiore sia stato della mentalità imposta da Sacchi, e chi sostiene - invece – che quel Milan che avrebbe giocato e vinto anche senza l’ex tecnico di Fusignano.
Ancora adesso che discordanza tra i maggiori esperti di questo sport su di lui.
C’è chi enfatizza le sue imprese in Europa, e chi dice che abbia fatto perdere tre scudetti su quattro - in Italia - al Diavolo.

Dal 1976-77 al 1985-86, Trapattoni ha vinto sei scudetti in dieci anni con “tante Juventus” diverse, una più forte dell’altra.
Viceversa, c’è chi sostiene abbia perso quattro campionati su dieci.
Chi è spinto dal pregiudizio, chi da una sua visione del calcio: hanno tutti ragione. E tutti torto.

Questo è il mio “credo” calcistico.
Non avrò mai una medaglia di “intenditore”, ma continuo, nonostante tutto, a divertirmi.
E ad imparare. Da tutti.
Un abbraccio!
Buona serata ;-)

marco99 ha detto...

ridolins lo so che ti piacciono, visto come scrivi ;)

JUVE 90 ha detto...

Ridolino: Mourinho ha violato tutte le regole di convivenza del calcio italiano. Dire una cosa del genere è una mancanza di rispetto nei confronti dell'avversario. Poi non si la menti se a Catania non potrà più andarci in vita sua

squeeze ha detto...

"A quanto pare, però, non "ha letto" cosa Figo rappresenti per il Barca."

Bè, per i catalani rappresenta un traditore, per noi e i parmigiani uno che ha firmato due contratti alla volta. Nell'inter ci sta benissimo, dunque, è il suo ambiente naturale, in mezzo a pregiudicati come Oriali.

Forse Mourinho portandolo con sè a bordocampo sperava di ricevere una prchetta omaggio, come quella che hanno tirato a Figo in un celebre Barça-Real.

Ridolino ha detto...

Maury: correggevo solo una grave inesattezza nell'esempio che hai riportato. Per il resto non ho certo mai detto che Mou fosse un simpaticone. Ci tenevo però a chiarire che molte volte non è stato lui ad attaccare per primo e che spesso i suoi bersagli non erano quelli indicati dalla stampa ma proprio la stampa stessa che girava la frittata.

juve90: se questo è il tuo pensiero, non posso che ripetermi. Amauri(per fare un nome), quando dichiarava, "vinciamo tutto" ha mancato di rispetto a TUTTE le squadre d'Italia e a TUTTE quelle d'Europa. Oppure visto che lui è juventino può dire quello che vuole?
Delle regole di convivenza del calcio italiano me ne sbatto. Perchè sono le regole di "connivenza" che hanno fatto la fortuna di tanti personaggi a voi cari.

squeeze: allora vedi che se ti impegni le cose le sai? Figo doveva essere una "distrazione", tutto qui. Sul resto del tuo commento non ho molto da aggiungere: come al solito la si butta in caciara. Ma stiamo parlando di Mourinho, non del tuo fegato schiantato.

JUVE 90 ha detto...

Ridolino: dire vinciamo tutto non è la stessa cosa che dire "basta una partita normale", questa non è sicurezza dei propri mezzi, è mancanza di rispetto nei confronti degli avversari.
Sulle regole del calcio italiano ne abbiamo discusso già altre volte, se non hai capito ancora niente non posso fare altro che compiatirti

Thomas ha detto...

Stop, please

Ridolino ha detto...

Obbedisco

Thomas ha detto...

Grazie!