sabato 26 giugno 2010

Marcello Lippi dalla Juve all'Italjuve



"No, non siamo questi. Non possiamo essere questi". Lippi non ci credeva, dopo aver guidato la nazionale nell’amichevole contro il Messico, ultimo test prima del via di questi mondiali.
Invece era proprio così: l’Italia era brutta, e tale è rimasta per tutta la durata della sua (breve) partecipazione alla manifestazione sudafricana.

In campo, quella sera (3 giugno), c’erano sia Buffon che Pirlo. E il problema della mancanza di gioco si sentiva forte, così come l’assenza di identità di una squadra che ruotava intorno agli schemi per trovare certezze. Troppo tardi: con l’esordio contro il Paraguay alle porte, queste convinzioni avrebbero dovuto già essere in cantiere. Marchisio provato trequartista era la fotografia di un gruppo senza una guida sicura delle proprie idee. Da Lippi ci si aspettava quel qualcosa in più che compensasse il "gap" di tasso tecnico che separava l’Italia - almeno nei pronostici iniziali - da Argentina, Brasile, Inghilterra e Spagna.

Capace di stravolgere la squadra a partita in corso, in questa competizione lo ha fatto "prima" di ogni gara. Alla fine ne è nata una confusione della quale gli stessi giocatori ne sono stati vittime. Tramutandole, in alcuni casi, in alibi dietro i quali nascondere le loro infelici prestazioni. Già prima dell’incontro con il Paraguay si era visto che Pirlo non era sufficiente a illuminare il gioco degli azzurri: bloccato lui, la nazionale diventava lenta e prevedibile. Iniziare il mondiale con la sua assenza è stata la mannaia sulle speranze di un cammino che difficilmente avrebbe portato alla vittoria, ma quantomeno avrebbe dovuto evitare una figuraccia simile.

Dal "massimo" (2006, in Germania) al "minimo" (oggi): il tutto in quattro anni. Sono passati due allenatori (Donadoni e il Lippi-bis), ma non sono sbocciati nuovi talenti al livello di quelli che avevano portato la nazionale in cima al mondo. Si rimpiangono gli assenti (Cassano, Balotelli, Miccoli, D’Agostino,…) ma i problemi erano (e rimangono) ovunque. Cambiando l’ordine dei calciatori, il risultato non cambia: perché la qualità è quella. Basta leggere la lista dei giocatori che dovrebbe far parte del nuovo gruppo di Prandelli per capire che la ricostruzione sarà lunga e non priva di ostacoli. Se si vogliono creare illusioni, allora si prepari il plotone d’esecuzione per le prossime critiche all’ex tecnico dei viola.

Certo, spremendo il gruppo sin dove possibile, su qualche risorsa si sarebbe potuto/dovuto puntare maggiormente: quel Quagliarella in panchina sino all’inizio del secondo tempo della terza (e ultima) partita (decisiva), grida ancora vendetta. Il suo goal, quello del pallonetto e della crudele illusione di un pareggio da raggiungere all’ultimo istante di gara, oltre ad essere stato un bellissimo gesto tecnico dava l’idea della serenità e delle convinzioni interiori di un ragazzo lasciato - sino ad allora - ai margini del torneo. Non aver "visto" in allenamento questo, rappresenta un errore non da poco l’ormai ex Commissario Tecnico. Ma difficilmente l’attaccante partenopeo ci avrebbe fatto vincere questa competizione, o risolto le mancanze di gioco, idee, tecnica e condizione fisica degli azzurri.

Le vittorie di Lippi sono nate sotto il segno del furore agonistico delle sue squadre: la nazionale e "le" Juventus che ha guidato lo testimoniano. Nei primi due anni a Torino chiese a Vialli, Ravanelli e Del Piero - in fase difensiva - di fare anche i terzini. Trascorsi 24 mesi di vittorie e chilometri percorsi sui campi di gioco, capì (con la vecchia dirigenza) che ai primi due non c’era più molto da chiedere (l’età, oltretutto, avanzava): vennero così sacrificati sull’altare di un cambiamento che portò Zidane (trequartista) e Boksic (attaccante) in bianconero, con il successivo avanzamento dello stesso Del Piero al ruolo di seconda punta.

Si continuò a vincere, con la medesima "tensione" che portava la squadra a cercare di imporre il proprio gioco ovunque e contro chiunque. Il resto, è storia. In nazionale non ha avuto la possibilità di sacrificare qualche uomo in funzione delle sue idee: non trovando (e non credendo a) valide alternative, si è fidato di un gruppo ormai logoro, fisicamente ancor prima che mentalmente. In buona parte, composto da giocatori bianconeri (vecchi e nuovi). Anche questo, da poco, "è storia". Rimane da chiedersi se sia stato peggio nel 1966 (contro la Corea del Nord di Pak Doo Ik) o nel 2010. Ma anche in questo caso, cambiando l’ordine delle umiliazioni, il risultato non cambia: è stato un fallimento, e tale rimarrà nel tempo.

Dai trionfi alle sconfitte, dalle imprese epiche alle umiliazioni: più vinci più aumentano le responsabilità, le pressioni che ti circondano. E i tonfi, quando arrivano, si sentono forti e chiari. L’essersi preso immediatamente le responsabilità di tutto quanto è successo in Sudafrica è servito - se ancora fosse necessario - a dare la dimensione di un uomo che non si è mai nascosto dietro un dito, mettendoci sempre la faccia. Anche oltre il dovuto.
Il primo Lippi in bianconero lasciò nel corso di una stagione dove già si sapeva che il suo ciclo sarebbe finito; prima di questi mondiali, era nota a tutti la scelta di Prandelli come nuovo CT della nazionale (in bocca al lupo). Per quel poco che conta, non è un caso.

Rimane il fatto che quando i fallimenti - non limitati a quanto accade nel campo di gioco ma ad un "movimento calcistico" intero - si ripetono, l’allenatore non può essere visto come il principale responsabile. Abete è ancora lì, e lì continuerà a rimanere. Nella speranza che qualcuno "sotto" di lui ripeta il miracolo di Berlino, per far dimenticare a tutti - per qualche momento - che il nostro calcio è da cambiare radicalmente. A cominciare proprio da lui.

Articolo pubblicato su Tutto Juve.com

Un pensiero (ed un ringraziamento) ad un amico, che mi ha segnalato questo simpatico video

15 commenti:

Giuliano ha detto...

Una certezza ormai c'è, e non è delle migliori: De Rossi e Marchisio sono due gregari. Ottimo livello, per carità, ma è come quando Tardelli voleva fare il regista di centrocampo...(e Boniperti lo lasciò andare all'Inter).

Ridolino ha detto...

Riprendo di qua e ne approfitto per rispondere.
@giuliano:
Ho detto che tutti sono colpevoli.
Tu vuoi cominciare dall'Inter e ti chiedi perchè non convocare quaresma e jimenez (e mi vengono i brividi). Ed io non posso che chiederti: perchè cominciare dall'Inter?
Perchè non dalla Juve che cede Palladino per salvaguardare DelPiero?
O prende Grosso e non Criscito?
Io non posso che ripetere quanto ho già detto.
La crisi del settore giovanile è colpa di tutti. E ci metto dentro anche l'Inter senza scusanti. Su questo si deve lavorare. Ma da molto prima del 2006. Perchè anche nel 2005 non arrivavano il Manchester od il Real a comprare i nostri talenti (più o meno in erba).
I pochi italiani nella rosa dell'Inter per me sono solo una scusa.
Scusa che diventa ancora più debole quando analizziamo le squadre che ci hanno sbattuto fuori e contro le quali sarebbe bastato un Livorno schierato con criterio per passare il turno. Non i grandi campioni forniti dai top club italici.

Cronache, parli della distruzione della straordinaria dirigenza juventina. Io continuo a considerarla una dirigenza che "drogava" (ma anche senza virgolette) i propri successi. Quindi preferirei evitare l'argomento.
Faccio solo un appunto a questa affermazione: “ma anche un gruppo dirigenziale (con “l’indotto” di osservatori & company) che stava rifornendo la nazionale di ottimi giocatori.”
Vediamo?
Cominciamo dai campioni del mondo:
Buffon e Cannavaro, dopo la trafila nelle nazionali minori, fanno il loro esordio da giocatori del Parma.
Iaquinta è dell'Udinese.
Inzaghi e Zambrotta vengono acquistati nell'anno dell'esordio. Quindi, se non sbaglio, indossano la maglia azzurra per quanto fatto a bergamo e bari.
DelPiero è juventino prima di Moggi.
Peruzzi e Camoranesi esordiscono da Juventini-moggiani, sebbene la loro non sia scuola juve.
Veniamo ad oggi.
Già detto degli altri, ne restano fuori 3.
Chiellini gioca nella Fiorentina quando veste l'azzurro.
Marchisio e Criscito sono effettivamente giocatori creati da quella dirigenza ...ma non mi pare abbiano fatto faville. Da qui la domanda: dov'è tutto questo rifornimento dato da quella dirigenza?
A me pare un'altra leggenda popolare...

26 giugno 2010 16.09

Giuliano ha detto...

Ridolino, mamma mia!
rinuncio a correggere tutti gli errori, per quanto riguarda me vai pure avanti come ti pare.

Thomas ha detto...

Eccomi!
Cielo metà nero, metà blu. Come la maglia dell’Inter.
Siamo dovuti “scappare” tutti dal mare ;-)

@Ridolino: in materia di “drogare”, siete stati i pionieri: http://www.bradipolibri.it/collane/story.asp?RECORD_KEY%5BStories%5D=ID&ID%5BStories%5D=64
E la Juve è stata assolta.
“Piaccia o non piaccia”.
Vado oltre.
Quando si parla di squadre che riforniscono di giocatori le rispettive nazionali, che io sappia non si va mai a vedere – calcisticamente parlando – dove è “nato” un calciatore, bensì dove milita nel momento in cui veste la casacca del suo paese.
Giusto per fare uno dei tantissimi esempi: l’Italia mundial del 1982 aveva Zoff; ma mica è cresciuto nella Juve, lui. E così vale per tutti gli altri giocatori e per le altre squadre.
Sono in pochi quelli che possono contare calciatori cresciuti, nella loro carriera, partendo dalle giovanili.
Il Milan di Sacchi (prima) e Capello (poi) beneficiavano – in questo caso sì – di diversi giocatori provenienti dal vivaio.
La capacità di una dirigenza è anche – e per me, SOPRATTUTTO – quella di intuire quando un giovane è sulla rampa di lancio, comprandolo al momento giusto.
Zambrotta giostrava tra centrocampo e attacco (seconda punta) a Bari: la Juve puntò su di lui, utilizzandolo come laterale di destra a centrocampo in un 3-4-1-2, per poi meterlo – sempre in quella posizione – in un classico 4-3-1-2 (“l’uno” era Zidane, ovviamente), e per finire lo mise terzino sinistro (divenne il più forte al mondo).
Buffon venne acquistato dopo aver ceduto Zidane (al pari di Nedved e Thuram): lì la scommessa era stata quella di non cercare “un altro” Zidane, ma di rinforzare globalmente la squadra. Modificandone il gioco e gli schemi.
Cannavaro fu preso dall’Inter dopo due anni penosi: Moggi ci credette. Piaccia o non piaccia, a Germania 2006 fu il migliore. E vinse il pallone d’oro.
Inzaghi fu un’altra scommessa (vinta) di Moggi: vendette Vieri (io non l’avrei fatto, per inciso) e con quei soldi comprò l’attaccante dall’Atalanta e Fonseca per la panchina.
Peruzzi fu un colpo di genio di Boniperti: lo prese quando ancora era sotto squalifica per essere risultato positivo alla fentermina.
Camoranesi fu acquistato da Moggi quando nessuno se lo filava.
Anche Chiellini fu acquistato da lui (la Roma si incazzò di brutto, lo perse alle buste col Livorno perché dietro c’eravamo noi e la volontà del neo mister Capello); venne poi prestato, per un solo anno, proprio alla Fiorentina.
Potrei andare avanti. Per molto.
Presero anche Henry: ma non potevano stare tutti, alla Juve…
Tempo al tempo: in tema di mercato, Marotta e il suo staff mi sembrano fatti della stessa pasta

@Giuliano: non sono registi.
Sono abbastanza simili, ma non troppo come si dice. Rimangono due grandissimi calciatori: nei loro ruoli, però.

Un abbraccio

Ridolino ha detto...

Giuliano: non ricordo se lo avevo detto a te. Non sei obbligato a rispondermi. Se non vuoi farlo non farlo. Ma se scrivi "rinuncio a correggere gli errori" sei pregato anche di indicare quali siano. Le persone educate fanno così. Altrimenti muto.

Cronache:
Come ho detto non voglio entrare in quella polemica. Quindi abbandono con ordine l'argomento. Magari prima o poi lo affronteremo con calma e metteremo sui piatti della bilancia le chiacchere e le sentenze.
Considero una battuta il "moggi ci credette" riferito a cannavaro. Quella fu una truffa e basta. L'emblema delle qualità morali di quei due scarti di uomini. Resta il fatto che poco ha a che fare con l'argomento. Cannavaro (chissà come mai, vero?) non perse la nazionale nei due anni all'Inter.
Stai mischiando le carte. Io non ho detto che non abbiate comprato buoni giocatori. Dico solo che la dirigenza da te tanto amata non ha dato un contributo significativamente più ampio di altre alla nazionale come invece sostieni. Proprio perchè molti dei giocatori che ho citato non sono arrivati in maglia azzurra da juventini-moggiani. Ci erano già arrivati senza moggi.
Piaccia o non piaccia.
Quindi la domanda resta: qual'è il merito di moggi&co. se cannavaro, buffon, iaquinta, ecc hanno vestito la maglia azzurra?
ZERO.

Thomas ha detto...

@Ridolino: perdonami, ma se Cannavaro è uno “scarto di uomo”, Materazzi cos’è per te? ;-)
Sulla nazionale mi ripeto: quando si parla di squadre che riforniscono di giocatori le rispettive nazionali, che io sappia non si va mai a vedere – calcisticamente parlando – dove è “nato” un calciatore, bensì dove milita nel momento in cui veste la casacca del suo paese…
Moggi o li ha comprati, o non li ha venduti.
Pur avendo avuto opportunità a non finire (Del Piero fu sul piede di partenza a più riprese, giusto per intenderci).
Peruzzi lo cedette per Van Der Sar (cagata pazzesca); si rifece con Buffon.
Zambrotta lo portò lui, così come Camoranesi. E via dicendo.

Si tratta di una impostazione culturale della società: o punti su giocatori in prevalenza del tuo paese, o punti solo agli stranieri, o fai un mix di entrambe le cose.
Moggi, e come lui (sembra) la nuova Juve, in gran parte punta sugli italiani.
Con tutto quello che comporta: maturano esperienze nelle competizioni europee, lottano per gli scudetti, bla, bla, bla, Blanc ;-)

Se ti chiami Marchetti e giochi in una delle tre squadre più prestigiose del nostro paese (Juve, Milan, Inter), acquisisci – col tempo - un certo tipo di personalità.
Se rimani al Cagliari, con tutto il dovuto rispetto, te la fai sotto nella partita decisiva contro la Slovacchia.
Al momento dell’inquadratura su di lui dopo aver respinto il primo cross degli avversari, ho capito che sarebbe stata dura: era spaventatissimo.
Questo vuol dire fornire dei giocatori alla nazionale: farli crescere (dal punto di vista umano e tecnico) in un grande club. E privilegiare loro, piuttosto di altri provenienti da paesi che non sono il tuo.

Giuliano ha detto...

La mia non è maleducazione: è che se si vuole discutere bisognerebbe informarsi. Per me ha già risposto Cronache bianconere: Zambrotta è proprio l'esempio di come lavorava la Juve, sia con Boniperti che con Moggi - persone diverse ma sempre competenti. Zambrotta nasce come attaccante a Como, idem a Bari: più o meno il ruolo di Pepe come lo si è visto in Nazionale. E quando arrivò alla Juve fu molto snobbato dai tifosi.

Zambrotta e Gattuso, e Pirlo, sono stati i miei esempi preferiti quando parlavo con amici e colleghi interisti (ormai ne sono passati di anni, per questo uso il verbo al passato). Ti dò un compito facile facile: prendi le Under di quegli anni lì, vedi che fine hanno fatto i migliori, quelli che erano arrivati all'Inter: i più dotati, Fresi per esempio ma non solo lui. Fresi era un campione, in potenza.
Fu Roberto Mancini a mettere un po' d'ordine in quel marasma che era l'Inter, prima succedeva di tutto. Pensi che quel record dei pareggi nell'anno dello "scudetto" (il primo dei vostri cinque! eh eh - scusa se rido) sia solo un dato statistico curioso? Chiedo scusa, ma ribadisco un concetto già espresso: a me non piace Moggi come persona, ma nel calcio il più pulito è sicuramente lui.

A quando una risposta sulla situazione dell'interista Materazzi nel giugno 2006? Troppo facile girare in giro e parlare d'altro.
A quando una presa di posizione sulle testimonianze di Ferruccio Mazzola?
eccetera.

darma99 ha detto...

A quando una spiegazione sul passaporto di Recoba? A quando una spiegazione sulla carta d'identità falsata di un giocatore interista nel Mundialito? A quando una spiegazione sul fatto che "mai stati in B" c'era arrivata l'inter prima del Milan e della Juve? (L'inter sul campo! La Juve è un poco diversa la cosa!) . Poi , Ridolino, o la pianti di scrivere (anche se con eleganza , lo ammetto) cazzate è un conto, altrimenti ti posto tutta la storia dell'Ambrosiana Inter....compresi anche i giocatori MORTI per cause strane (chissà come mai!) che hanno militato nella mitica INTERNAZIONALECOLFILTRO!

Ridolino ha detto...

darma99: non vedo cosa ci azzecchi il tuo intervento. Se vuoi fare polemica chiedi il permesso a Cronache. Se per lui va bene ti do una ripassata che non te la dimentichi più.

Cronache: il tuo discorso di partenza è stato "la dirigenza moggi ha rifornito la nazionale". La realtà è stata l'esatto opposto. La dirigenza moggi ha preso i giocatori della nazionale. Non è un demerito, intendiamoci. Anzi. Ma è molto diverso da quello che hai sostenuto all'inizio.
Sul confronto Materazzi-cannavaro, non hai un cazzo da sorridere. Materazzi ha mille difetti. Ma non si è fatto riprendere mentre assumeva cardiotonici, non fingeva infortuni per farsi cedere a prezzo di saldo, non ha abbandonato la nave che naufragava.
Lascia perdere.

Giuliano: TUTTI gli errori si limitano al caso Zambrotta? Allora dovresti dire "hai commesso UN errore". E' più corretto.
Ad ogni modo non sono d'accordo. Io, che sono educato, ho già spiegato perchè.
State invertendo la causa e l'effetto.
Ripetere per l'ennesima volta il concetto sarebbe inutile.
Sul resto ho già detto. Se a cronache va di far partire una bella polemica non mi tiro certo indietro.
Ma siamo a casa sua, quindi chiedete a lui.

Thomas ha detto...

@Ridolino: qui non si tratta di dare “ripassate” a nessuno.
Ho “passato” la giornata a fare dell’altro, tra poco oltretutto pubblicherò un nuovo articolo, e stavo per rispondere a Giuliano e darmax99 quando ho visto il tuo commento.
Premetto che tra poco uscirò, per un impegno piacevole, e tornerò in tarda serata.

Sul discorso “Moggi ha rifornito la nazionale o la nazionale ha rifornito Moggi”, mi sembra di essere arrivati al punto su “è nato prima l’uovo o la gallina”.
Su Materazzi ho semplicemente scherzato, e sul mio blog rido quanto cazzo mi pare e piace.
Né tu né nessun altro, a casa mia, mi viene a dire quello che devo o non devo fare.

Materazzi aveva firmato un contratto che lo avrebbe fatto passare al Milan, era nella macchina di Massimo Brambati (una Smart, per la precisione), e stava andando dritto nella sede rossonera.
Galliani si è cagato addosso di fronte alle proteste dei tifosi del Milan.
E tutto è saltato.
La verità è questa: l’ha detta lo stesso Brambati in televisione più di una volta, e nessuno l’ha mai smentito. Ergo: è vera.
Sul resto (di Materazzi) non aggiungo altro, ma solo perché non ne vale la pena.

Visto che siamo a casa mia, ti chiedo la cortesia di uscire.

Questo blog è letto (anche) da bambini e/o ragazzini.
Come il mio cuginetto Gabriele, bianconero pure lui che abita in un'altra regione rispetto alla mia.
Ho voglia di raccontargli della mia passione per la Juventus. A lui e non solo.
Non di fargli leggere le stesse polemiche che può tranquillamente ascoltare in televisione.

Ora c’è un nuovo articolo.
Buona serata

Giuliano ha detto...

Che so, Torricelli, Gentile, Di Livio, Favero, Tacconi, Causio, Cuccureddu, Brio - BRIO! Davanti a Brio, mi inchino e mi fermo. Magari chiediamo aiuto a Stefano Bidescu, dopo il trentesimo nome di "ma chi è questo e perché l'hanno preso" che poi è diventato un campione alla Juve, comincerei a perdere la memoria.
Invece la lista dei "fine corsa" dell'Inter (l'Inter di Massimo Moratti e di Tronchetti, sia ben chiaro) è spaventosamente lunga e comprende anche diversi allenatori che fin lì erano andati benissimo.

Visto che fai cenno alla TV, lasciami dire che ci sono persone scandalose, che si fanno passare per esperti (molto sussiegosi). Per esempio quello che dice sempre "Lippi fece comperare Cirillo" si dimentica sempre che a quell'epoca Cirillo era quotato esattamente come Zambrotta e Gattuso, ma poi finì nella società sbagliata. (Pirlo, Brocchi, altro bel giocatore, Seedorf...e Coco, che era in Nazionale).
Mah!

JUVE 90 ha detto...

ridolino: stavolta altro che ridolino... stai facendo ridere tutti.
Ora non si v a vedere in quale squadra giocava un giocatore! Ma il settore giovanile in cui è cresciuto! Siamo alle comiche finali

Il Duca ha detto...

Allorquando mi viene accordato il permesso di entrare nella magione di chicchessia, ho il buon gusto di non dimenticare le fondamentali regole della buona educazione.

E sono sempre grato per l'ospitalità concessami.

Ergo non provoco, né insulto.

Ascolto gli altri e rifletto sulle loro considerazioni, anche se queste possono talvolta discostare dal mio pensiero.

E, se proprio ritengo sia il caso di intervenire, pondero accuratamente le parole.

E' semplicemente una questione di educazione elementare, come affermato in premessa.

Do credito a Thomas di essere stato anche sin troppo paziente.

Giuliano ha detto...

Di tutte le cose che si possono fare in una conversazione, la più antipatica (purtroppo, di gran voga in tv, e di grande successo anche in Parlamento) è quella di attaccarsi all'ultima parola che ha detto l'interlocutore, o di prendere da un discorso ampio solo quello che fa comodo, evitando di rispondere alle cose più importanti.
La Juve ha mai fatto degli sbagli? E certo, caspita, veniamo dalla peggior stagione degli ultimi quarant'anni...Sono mesi che parliamo solo di questo...

Thomas ha detto...

Un abbraccio a tutti
'notte

Ps: nel frattempo: http://www.tuttojuve.com/?action=read&idnotizia=24071
"Tuttosport" ha dato il massimo, stasera: "Sparotelli" ;-)