domenica 28 agosto 2011

La Juventus tra lo sciopero e l'esordio col Parma


Per un calcio italiano che continua a fare la conta dei suoi problemi e che misura ripetutamente la distanza che lo separa da chi l’ha superato nel corso degli ultimi anni in termini di competitività, credibilità, audience e spettacolarità, non poteva certo mancare lo sciopero come ciliegina finale su una torta indigesta.

Il fatto, poi, che venga (spesso) utilizzata quella parola per definire lo slittamento della prima giornata della serie A provoca ancora più rabbia in quei tifosi innamorati del pallone costretti da tempo a sopportare e subire passivamente ogni tipo di delusioni e decisioni, e che poche volte vengono realmente ricompensati da "quel mondo" per la loro passione.

Cresce il disgusto tra gli amanti di questo sport, inizia il tam tam tra i sostenitori delle varie squadre per organizzare forme di protesta unitarie, un intero paese si indigna per quanto accaduto, e quando capita sotto mano la prima occasione per dare una dimostrazione di tutto ciò uno stadio intero si riempie di tifosi pronti ad acclamare i loro beniamini: è accaduto a Napoli, dove gli striscioni contro i milionari scioperanti hanno fatto da cornice ad un’amichevole tra il club campano e il Palermo di Maurizio Zamparini. L’ingresso era gratuito, c’erano 60.000 persone festanti sugli spalti, non sono mancati i fuochi d’artificio, una benedizione ad opera del cardinale Sepe e la presentazione del nuovo acquisto Goran Pandev. A Milano, intanto, altre 8.000 (paganti) erano presenti a Monza per studiare la nuova Inter di Gasperini, un migliaio si trovavano nel centro sportivo di Casteldebole per l’amichevole del Bologna, e via discorrendo. Il risultato? Di questo passo verrà ingoiato presto anche l’ennesimo boccone amaro.

"Ripartiamo da zero, ripartiamo dalle ceneri". Queste parole potrebbero essere usate come slogan per sintetizzare la situazione attuale, in realtà Gianluigi Buffon le ha pronunciate pochi giorni fa per mettere in chiaro ciò che ormai è noto a tutti da tempo: i settimi posti collezionati da Madama nelle ultime due stagioni sconsigliano proclami e impongono realismo.

Verso la metà del mese di luglio, durante il ritiro di Bardonecchia, raccolta la richiesta di aiuto da parte di Antonio Conte che individuò in lui, Del Piero e Pirlo quei campioni carismatici e vincenti in grado di prendersi le maggiori responsabilità nei momenti difficili all’interno del gruppo bianconero, lanciò la carica: "Il fatto che gli ultimi due campionati dicano che ci sono sei squadre più forti della Juve deve far scattare dentro di noi la molla giusta per tornare ad essere competitivi e dimostrare che prima è stata soltanto sfortuna".

Sottinteso che due fallimenti consecutivi non possono essere addebitati alla sola malasorte, anche lo stesso portiere juventino ha vissuto di recente una situazione personale particolarmente difficile a Torino. Risale allo scorso 14 maggio una dichiarazione di John Elkann che, rispondendo ad una domanda circa le probabilità della permanenza sotto la Mole del giocatore posta da uno studente durante il convegno "Crescere tra le righe" (organizzato alle porte di Siena), disse: "Buffon? E’ un anno e mezzo che non sta giocando". Il portavoce del numero uno di Fiat ed Exor si affrettò a precisare che alla frase mancava la parola "purtroppo", il numero uno bianconero prese atto della sostanza della stessa: passata la tempesta si è poi "risposato" con la Vecchia Signora, continuando - così - il matrimonio decennale con il club.

Quelli erano i momenti che precedevano la gara disputata dalla Juventus al "Tardini" contro il Parma di Giovinco, penultima tappa del martirio, monopolizzati dalle ferme convinzioni di Luigi Del Neri ("Non c’è la controprova che agendo in modo diverso le cose sarebbero cambiate"), alle quali susseguirono - racimolata la decima sconfitta in serie A - le parole di resa di Chiellini: "Non siamo mai stati una squadra".

L’analisi più dura, però, fu quella del Presidente Andrea Agnelli: "C’è tanta delusione perché alla fine di questo campionato è emerso che una serie di giocatori arrivati non hanno capito cos’è la Juventus e i giocatori che avevamo lo hanno dimenticato".

Più che la semplice presa di coscienza del settimo posto conclusivo, agli uomini di Conte sono queste le considerazioni che dovranno servire da monito (e da stimolo) per iniziare al meglio la loro nuova avventura. Che, con ogni probabilità, comincerà nel nuovo stadio torinese proprio (e ancora) contro il Parma. Sciopero permettendo, ovviamente.

Tra i cinquanta campioni bianconeri scelti dai tifosi ai quali sono state dedicate altrettante stelle presenti nell’impianto che verrà inaugurato a breve, figura anche il nome di Gaetano Scirea. Anni fa, dopo aver festeggiato in discoteca con i compagni la conquista del sedicesimo scudetto della Vecchia Signora, il libero uscì dal locale all’alba per cercare un’edicola. Ne vide una accanto alla fermata di un tram, dove gli operai attendevano il mezzo per andare a lavorare. Lui indossava ancora l’abito da sera, e per pudore e rispetto verso quelle persone fece marcia indietro e tornò a casa.

Nel descrivere Scirea la moglie raccontò che in molte occasioni il marito tornava a casa con persone sconosciute: "Mariella, questi signori hanno fatto centinaia di chilometri per venire a vedere la Juve e ho pensato che dovevano pur mangiare qualcosa".
Non serve aggiungere altro. Chi vuol capire, capisca.

Articolo pubblicato su Tutto Juve.com


15 commenti:

Giuliano ha detto...

La prima cosa da fare è mollare le pay-tv, non pagare gli abbonamenti, farle chiudere. Lo so che è brutto da dire, ma la questione dei diritti tv è ai primissimi posti nelle cause del degrado del calcio in Italia.
Di per sè, è ovvio, non c'è niente di male: uno paga e si vede la tv a casa sua. Invece è successo che sono i capi delle pay-tv a dettare i tempi, gli orari, il numero delle partite.
Il risultato è anche nell'enorme numero di infortuni, anche gravi, che ogni anni affligge i calciatori: se tornassimo al campionato di 16 squadre, per esempio, e sarebbe bello per tutti, tifosi e calciatori, se tornassimo ad avere poche squadre professionistiche ma buone (in serie A, B, C: poi tutti dilettanti, e basta con questa storia della legaprò che non si capisce mai se si parla delle squadre dell'oratorio o del calcio professionistico, prima divisione seconda divisione, terza moltiplicazione e quarta sottrazione...)
(non mi è rimasto spazio per le addizioni, ci pensi tu?)
E un pensierino finale per quelle squadre di calcio che l'anno scorso al posto dei tifosi uno striscione dipinto - la Triestina, mi pare.
I calciatori saranno anche scarsi, ma i dirigenti sono impresentabili.

Anonimo ha detto...

Mi chiedo se esista almeno un calciatore oggi che possa concepire un comportamento come quello dell'immenso Gaetano nell'episodio che hai raccontato fratello...E l'unica risposta che riesco a darmi è "no"!!!
E soprattutto mi sarebbe piaciuto sentire qualche rappresentante di questa categoria di ultra-privilegiati dire: "Questa domenica non scenderò in campo perchè non posso certo farlo da solo, ma non sono per niente d'accordo con questo sciopero perchè ritengo che visto il lavoro che facciamo e visto il trattamento economico e non solo che riceviamo ogni giorno, noi calciatori potremmo scioperare solo in caso di gravissime violazioni della dignità umana..e non mi sembra che sia questo il caso!"
Un abbraccio fratello!!

Danny67

Anonimo ha detto...

tuttojuve... che ricordi.

io sono diventato juventino a sei/sette anni (ondeggiavo tra real, bayern e zena) perchè mio nonno era juventino, mio padre era juventino e perchè mio cugino più grande di me di 10 anni (è del 1953) era juventino e leggeva tuttojuve. che bel giornale! e quando andavo a trovare mia nonna, la lettura di tuttojuve era un obbligo sacrosanto.

e nel ricordo di quelle juve, di scirea e di tuttojuve, un caro saluto a tutti voi.

luciano de belvis - roma
(metto anonimo per comodità)

Unknown ha detto...

Gaetano Scrirea Libero della nazionale tra i migliori liberi di sempre altezza 178, sua riserva era un tal Franco baresi altezza 176 la colonna portante del grande Milan.
ma come si fa a paragonare l'eleganza, la sicurezza la tecnica di Scrirea con i centrali di adesso. Lo stesso Brio non sfigurava vicino a scirea. Il secondo centrale faceva sempre bella impressione, perchè Scrirea faceva ordine dava sicurezza ecc.
Tornando al povero Bonucci come si fa dar la colpa ad un ragazzo che vicino a Scirea sarebbe stato senz'altro da nazionale. Il problema lo ripeto è solo Chiellini nella difesa della Juve.
Parlo di tecnica calcistica non temperamento. Chiellini potrebbe essere un terzino se non esce con la palla dal cmpo..massimo.
Questi sono i liberi che servono alla Juve altezza inferiore al 180 altrimenti son trampolieri che con il calcio nulla hanno a che fare.
1 trampoliere giovine è suffciente.
Chiellini andrebbe venduto nel campionato inglese dove con tenneni piovosi forse gli danno qualche rigore in meno ma vederlo giocare in Italia dove i terreni al sud sono sempre buoni quando inciampa sull'uomo come fai a non fischiergli un rigore...

Unknown ha detto...

mi scuso per la tastiera wireless che mi scappano le letttere

Il Duca. ha detto...

Anche nello sport è importante avere dei punti di riferimento.

Per quanto concerne il mondo del calcio, la figura di Gaetano Scirea rappresenta un esempio da non dimenticare e cui ispirarsi, sotto ogni punto di vista.

Non è da tutti essere grandi campioni.

Non è da tutti poter dimostrare sempre di essere un uomo da rispettare.

Giuliano ha detto...

...e no, a questo punto qui non ce la faccio più e chiedo: Pigreco, ma quanto sei alto tu?
:-)
(io sono 1,90 stile Bud Spencer)
(adesso però voglio statura e stazza di ognuno di voi!!!)
:-))

Thomas ha detto...

@Giuliano: “I calciatori saranno anche scarsi, ma i dirigenti sono impresentabili”: ecco, perfetto!

Sì, erano proprio a Trieste i tifosi “virtuali”: http://www.gazzetta.it/gallery/Calcio/09-2010/tifosi/tifosi-virtuali-trieste-711173411383.shtml#1
Di questo passo arriveremo al punto di affermare: “Ma tizio non doveva fare finta di essere Eto’o?”
Un po’ come si faceva da bambini, quando ognuno di noi impersonificava un grande campione volando con la fantasia…

Il ritorno al campionato di serie A con 16 squadre è uno dei miei cavalli di battaglia da anni.
Le pay-tv comandano il calcio, e stanno cambiando le nostre abitudini di vita.
Nel mio cuore sono rimaste le domeniche trascorse attaccato alla radiolina dalle 14.30 (15.00, oppure 16.00) in poi ad ascoltare i racconti delle partite ad opera di Ameri, Ciotti,…
Sarà pur vero che ero un bambino, un sognatore, ma nessuno mi toglie dalla testa che c’erano dei veri professionisti che mi facevano amare alla follia uno sport stupendo.

@Danny67: Gaetano Scirea era unico.
Nel marzo del 2010 scrissi un articolo su di lui. Si intitolava “La lezione dimenticata di Scirea”
(http://www.tuttojuve.com/?action=read&idnotizia=18576)

Nella parte conclusiva, aggiunsi queste parole:
"Se dovessi chiederti quale giocatore per te rappresenta la Juventus, uno soltanto, chi sceglieresti?"
Capita, tra ragazzini, quando si parla di calcio giocato e non urlato, di sfottò e non di polemiche, di partita vinta su rigore e non di moviola per vedere se il penalty fosse regolare o meno, di porsi domande simili.
La risposta del sottoscritto è sempre stata questa: "Stile, classe, potenza: in sintesi, Gaetano Scirea".

Di solito un bambino sceglie il proprio idolo tra eroi che stuzzicano la fantasia, gladiatori che accendono l’ardore, attaccanti che fanno schizzare di gioia stadi interi e urlare "goal" a squarciagola. Ma lui era unico. Difficile scegliere se fosse più forte dal punto di vista tecnico o da quello umano: era un numero uno in entrambi i casi.
Quando la voce roca di Sandro Ciotti ne annunciò la tragica fine nel corso di una trasmissione sportiva (il 3 settembre 1989), una fitta al cuore bloccò ogni parola, impedì qualsiasi pensiero e segnò nel tracciato della vita di un piccolo tifoso il primo passo verso la strada per diventare adulto.
Ci sono campioni la cui scomparsa decreta il loro ingresso nel libro della leggenda sportiva: a lui, questo, non era necessario. Era già leggenda. Nel modo più impensabile: con la timidezza, la bontà d’animo, l’eleganza di chi entrava ed usciva dal campo a testa alta. Fiero di aver interpretato lo sport nella sua versione più romantica e pura. Con una classe che - nel ruolo - ha trovato nel tempo pochi simili.

Si era presentato in punta di piedi nel mondo bianconero nel 1974. Proveniva (guarda caso) dall’Atalanta. Se n’è andato in silenzio, senza che nessuno lo potesse salutare. Trionfi e sconfitte accettati sempre con lo stesso stile: quello di chi vedeva nel risultato sportivo, qualunque fosse, il giusto epilogo di una contesa. Gli insuccessi come parte integrante della vita, anche se spiacevoli. Ci sono addii che scuotono le anime di chi rimane, lasciando insegnamenti scolpiti nelle pietre delle esperienze di ognuno di noi.
Scirea se n’è andato troppo presto: in molti non hanno capito la sua lezione. Se così non è stato, l’hanno comunque dimenticata”

Thomas ha detto...

@Luciano: benvenuto anche qui (oltre a Facebook), Luciano.
Casa mia è casa tua.

@Pigreco San Trader: vicino a Scirea pure io senza occhiali e con una gamba legata al braccio avrei fatto una discreta figura…
;-)

Sto scherzando, ovviamente :-)
E tu, invece, non ti devi scusare di nulla (grazie per averlo fatto, comunque)

@Il Duca: “Non è da tutti poter dimostrare sempre di essere un uomo da rispettare”: queste sono parole bellissime.
Complimenti e grazie per averle scritte ;-)

@Giuliano: Thomas Bertacchini, razza toscana, corporatura esile, 1,75 metri d’altezza per 65 chili. Nei periodi festivi (Natale e Pasqua) sforo la quota di qualche etto.
Nei momenti di particolare serenità e rilassatezza, chiudo la bilancia e mi faccio schifo da solo per quanto mangio.
Sono goloso. Amen. Ci sono cose peggiori nella vita…
;-)

Un abbraccio a tutti e grazie di cuore per i commenti!

Unknown ha detto...

Giulianoooo son alto circa come Messi iniesta e Xavi 1,71
ahahahah
basta trampolieri nel calcio vai a fare pallacanestro la nessuno dice nulla....

Giuliano ha detto...

ciao Pi!
:-)
però ti ricordo due cose:
- davanti a Scirea c'erano Furino, Benetti, Tardelli; davanti a Cannavaro c'erano Emerson e Vieira; davanti a Montero c'erano Davids, Conte, Deschamps... Il povero Bonucci si è trovato davanti Felipe Melo, Aquilani (che in fase difensiva è quasi zero), eccetera.
- Zidane e Ibrahimovic, e Molinaro...

Staremo a vedere, io sono un po' preoccupato dal modulo di Conte.
Comunque sia, forza Juve!!!

Anonimo ha detto...

Carissimo, non posso che essere d'accordo su ogni parola, ogni punto ed ogni virgola che hai scritto su Gaetano Scirea.Ogni volta che ripenso al triste annuncio televisivo di quella sera, da vent'anni, provo lo stesso identico dolore. Il tempo non lo ha affievolito nemmeno un pò e da quel giorno ogni volta che la Juventus ha vinto un trofeo, il mio pensiero, pur nella gioia dei festeggiamenti, almeno un attimo, è andato a lui.
Grazie Gaetano.

Danny67

JUVE 90 ha detto...

ma sai Thomas... Io sullo sciopero ho un'idea un po' diversa da quella che ha il 90% della gente. Io sto con i calciatori, questo non è uno sciopero ma una serrata.

la lega aveva accettato il contratto collettivo a meggio e poi inspiegabilmente non lo ha più firmato. a quel punto, giustamente, Tommasi ha detto che senza contratto la A non partiva e i presidenti hanno preso la balla al balzo rifiutandosi di firmare in modo da far saltare la prima giornata. Perchè saltare la prima giornata? Semplicemente perchè l'80% delle squadra di A è ad organico monco e sarebbe andate incontro 8chi più chi meno9 a grandi figuracce. A noi, diciamo, saltare l'udinese alla prima fa comodissimo perchè era la peggiore formazione da incontrare alla prima giornata visto che aveva anticipato la preparazione per i preliminari.

Tommasi si era lanciato nella provocazione e non poteva più tornare indietro altrimenti avrebbe perso credibilità. Ma la lega calcio non aspettava altro.

Non ha caso ora improvvisamente la lega ha accettato il contratto . tanto ormai la prima era saltata...

Thomas ha detto...

@Danny67: grazie di cuore, Danny. Ti conosco da qualche tempo, ormai, e non faccio fatica a credere alle parole che hai scritto. Adoro il tuo modo di essere tifoso

@JUVE 90: inizio con il consigliarti la lettura di questo bellissimo articolo di Fabrizio Bocca: http://bocca.blogautore.repubblica.it/2011/08/26/lo-sciopero-dei-calciatori-e-il-contributo-di-solidarieta-chi-ha-ragione/#more-7567

Ritroverai gran parte del tuo pensiero.

Guarda attentamente cosa ha scritto nel giorno “mercoledì 24 giugno 2011”.
Riporto qui – per praticità – soltanto il punto 3 di quel pezzo (“Lo sciopero del calcio non è uno sciopero”):
“Concetto espresso molte volte, ma vale la pena ripeterlo. Uno sciopero vero, un’astensione autentica dal lavoro, comporterebbe l’annullamento e l’abolizione della giornata di serie A, dando vita così a un campionato incompleto di 33 giornate e non di 34 come da calendario. Diventerebbe di 32 se le giornate di sciopero raddoppiassero e così via. Uno sciopero vero, inoltre, comporterebbe ovviamente anche la giusta trattenuta della quota parte di stipendio, come avviene per tutti i lavoratori di questo mondo. A questo non siamo ancora arrivati: la giornata viene semplicemente rimandata, si gioca in altra data, e non c’è alcuna soppressione, il numero delle partite della serie A rimane tale e quale. A nessuno dunque viene tolto qualcosa. Ai presidenti stessi, agli spettatori, agli abbonati allo stadio e alla tv non mancherà fisicamente la partita e ai calciatori non verrà toccato lo stipendio. Lo sciopero nel calcio dunque è sostanzialmente una “dimostrazione”, il campionato comincerà semplicemente un po’ più in là. Certo se cominciassero ad accumularsi le giornate di campionato da recuperare sarebbe un bel problema. E lo sciopero “dimostrazione”, se il muro contro muro continuasse, potrebbe anche trasformarsi in uno sciopero autentico, è teoricamente possibile. Ma non credo ci si arriverà…”

Parere personale: hanno sbagliato, in egual misura, tutte e tre le parti al centro della contesa (e del sistema).

Ad alcuni giocatori verginelli (il termine non è assolutamente una risposta al tuo commento, che ho seriamente apprezzato) chiedo: ma non eravate voi che sino ad un annetto fa continuavate quel giochino infelice (iniziato da tempo) che prevedeva un rinnovo del contratto con i club di appartenenza seguito da una successiva richiesta di aumento dopo pochi mesi, con la minaccia di andarsene via e di dover spiegare ai tifosi il perché dell’accaduto senza poter scaricare la colpa sugli atleti?
Sbaglio o vi siete fermati soltanto perché la crisi mondiale ha assunto livelli pazzeschi, e sareste passati inevitabilmente dalla parte del torto?
Tanto ora ci sono i russi, gli arabi, e via dicendo: ci pensano loro a coccolarvi.

Prima, grazie ai loro procuratori (alcuni di loro) mettono in seria difficoltà le società; dopo, le accusano di incompetenza.
Coerenza, please. Non esistono santi, in quel mondo.

Un abbraccio a tutti e grazie!!!

Unknown ha detto...

LICENZIATE MAROTTA
Come si fa ad arrivare all'ultimo giorno di mercato senza due centrali nuovi. Con la peggior difesa di sempre si è pensato tutta l'estate a stampare magliette con la faccia di Aguero salvo poi in due minuti strapagare un fuori rosa della Roma. Ci ha portato un allenatore senza schemi e abbiamo sofferto un anno. ha comprato 10 giocatori l'anno scorso e per poi ridistruggere ogni volta tutto per fortuna che conte è arrivato per altri canali. Ora si prenderà un difensore last minute strapagato che poi sarà difficilissimo mandare via se si rivelerà una bufala. Ma Jaquinta è sempre la. I nontri trampolieri sono sempre la. La squadra più alta d'italia l'anno scorso mantiene i suoi trampoli. Negli ultimi 2 anni solo con i resti della Juve e un Spalletti a caso si può fare una squadra da secondo posto che visti i tempi sarebbe un affarone.. ma noooo..
teniamoci i trampolieri.