"L’Inter farà la partita della vita, questo è fuori di dubbio e nessuno me lo toglierà dalla testa. Vuoi o non vuoi, è una partita sentita anche per i loro tifosi". Antonio Conte si aspettava di affrontare un'Inter diversa da quella che in questo campionato ha recitato più volte un ruolo da comparsa, che ha cambiato l'allenatore con il quale aveva iniziato la stagione (Ranieri al posto di Gasperini) e dimostrato di essere la lontana parente della poderosa macchina vincente guidata in passato da José Mourinho.
La previsione del tecnico ha trovato un parziale riscontro sul campo, almeno sino all'ingenuità commessa dagli ospiti in occasione del goal realizzato da Caceres. Prima di allora i suoi uomini hanno dimostrato di saper soffrire nei momenti di difficoltà, per poi farsi trovare pronti nel rovesciare le sorti dell'incontro non appena è capitata loro l’occasione propizia.
A chi insegue solitamente spetta il compito di mettere pressione nei confronti di chi lo precede: nella corsa allo scudetto tra Milan e Juventus, invece, le parti si sono rovesciate. Da quando le due squadre si sono incontrate a "San Siro" (25 febbraio), escludendo la partita col Genoa Madama ha disputato tre gare su quattro conoscendo l'esito di quelle del Diavolo (con Chievo, Fiorentina e - appunto - Inter).
In aggiunta a queste ha recuperato il match di Bologna precedentemente non giocato a causa della neve.
Nel processo di crescita della sua creatura Conte aveva messo in preventivo la possibilità di conseguire risultati non all'altezza delle aspettative: succede, quando si cerca di riportare una mentalità vincente in un club che l'ha persa da tempo. L'imbattibilità maturata giornata dopo giornata e l'asticella delle ambizioni spinta sempre più verso l'alto hanno finito con accelerare la maturazione di un gruppo che doveva superare l'esame più difficile: quello di vincere sotto pressione.
Tra il conquistare punti spinti dall'entusiasmo di un ambiente motivato dalla prospettiva di una stagione positiva ed il doverli prendere a tutti i costi perché è la tua storia che te lo impone c'è una bella differenza.
Se con Chievo e Bologna la Juventus aveva perso quei quattro punti che ora la separano dal Milan, nelle successive gare contro Fiorentina e Inter ha portato a termine la missione in maniera convincente. E' cresciuta la consapevolezza nei propri mezzi così come è sensibilmente migliorata la condizione fisica generale, proprio sulla falsariga di quanto aveva garantito Angelo Alessio, il vice di Conte, dopo la semifinale di ritorno della coppa Italia disputata contro i rossoneri lo scorso martedì: "Benzina ne abbiamo ancora tanta, abbiamo trovato la brillantezza per affrontare la parte conclusiva della stagione".
Domenica prossima Madama ospiterà a Torino il Napoli con più di ventiquattro ore di ritardo rispetto alla trasferta dei rossoneri a Catania (prevista per sabato 31 marzo). Nel merito, è intervenuto anche Gianluigi Buffon negli attimi successivi la gara contro i nerazzurri: “A me piace tanto giocare dopo gli altri, soprattutto se vincono: mi dà qualche brivido, adrenalina in più”.
La previsione del tecnico ha trovato un parziale riscontro sul campo, almeno sino all'ingenuità commessa dagli ospiti in occasione del goal realizzato da Caceres. Prima di allora i suoi uomini hanno dimostrato di saper soffrire nei momenti di difficoltà, per poi farsi trovare pronti nel rovesciare le sorti dell'incontro non appena è capitata loro l’occasione propizia.
A chi insegue solitamente spetta il compito di mettere pressione nei confronti di chi lo precede: nella corsa allo scudetto tra Milan e Juventus, invece, le parti si sono rovesciate. Da quando le due squadre si sono incontrate a "San Siro" (25 febbraio), escludendo la partita col Genoa Madama ha disputato tre gare su quattro conoscendo l'esito di quelle del Diavolo (con Chievo, Fiorentina e - appunto - Inter).
In aggiunta a queste ha recuperato il match di Bologna precedentemente non giocato a causa della neve.
Nel processo di crescita della sua creatura Conte aveva messo in preventivo la possibilità di conseguire risultati non all'altezza delle aspettative: succede, quando si cerca di riportare una mentalità vincente in un club che l'ha persa da tempo. L'imbattibilità maturata giornata dopo giornata e l'asticella delle ambizioni spinta sempre più verso l'alto hanno finito con accelerare la maturazione di un gruppo che doveva superare l'esame più difficile: quello di vincere sotto pressione.
Tra il conquistare punti spinti dall'entusiasmo di un ambiente motivato dalla prospettiva di una stagione positiva ed il doverli prendere a tutti i costi perché è la tua storia che te lo impone c'è una bella differenza.
Se con Chievo e Bologna la Juventus aveva perso quei quattro punti che ora la separano dal Milan, nelle successive gare contro Fiorentina e Inter ha portato a termine la missione in maniera convincente. E' cresciuta la consapevolezza nei propri mezzi così come è sensibilmente migliorata la condizione fisica generale, proprio sulla falsariga di quanto aveva garantito Angelo Alessio, il vice di Conte, dopo la semifinale di ritorno della coppa Italia disputata contro i rossoneri lo scorso martedì: "Benzina ne abbiamo ancora tanta, abbiamo trovato la brillantezza per affrontare la parte conclusiva della stagione".
Domenica prossima Madama ospiterà a Torino il Napoli con più di ventiquattro ore di ritardo rispetto alla trasferta dei rossoneri a Catania (prevista per sabato 31 marzo). Nel merito, è intervenuto anche Gianluigi Buffon negli attimi successivi la gara contro i nerazzurri: “A me piace tanto giocare dopo gli altri, soprattutto se vincono: mi dà qualche brivido, adrenalina in più”.
La tranquillità che traspare dalle dichiarazioni del portiere bianconero è tipica di un fuoriclasse dalla lunga esperienza, abituato alle sfide di ogni genere ed a svolgere il ruolo di guida verso i compagni più giovani, tanto sui campi da gioco quanto nello spogliatoio.
Nel giorno della firma del contratto che lo avrebbe nuovamente legato alla Vecchia Signora, parlando del rapporto che avrebbe instaurato con Buffon e Del Piero nella veste di allenatore Antonio Conte era stato chiaro: “Considero Gigi e Ale un valore aggiunto, dentro e fuori dal campo. Conoscono la juventinità, sanno cosa significa vincere e cosa bisogna fare per vincere. Da loro mi aspetto che non sbaglino su niente, a livello di comunicazione e di comportamenti. Sono un valore importante, devono essere decisivi al di là delle scelte tecniche”.
A proposito di Del Piero: adesso sta iniziando a crescere il minutaggio delle sue apparizioni anche in campionato, oltre che in coppa Italia.
I risultati, a quanto pare, iniziano ad intravedersi.
Articolo pubblicato su
Nel giorno della firma del contratto che lo avrebbe nuovamente legato alla Vecchia Signora, parlando del rapporto che avrebbe instaurato con Buffon e Del Piero nella veste di allenatore Antonio Conte era stato chiaro: “Considero Gigi e Ale un valore aggiunto, dentro e fuori dal campo. Conoscono la juventinità, sanno cosa significa vincere e cosa bisogna fare per vincere. Da loro mi aspetto che non sbaglino su niente, a livello di comunicazione e di comportamenti. Sono un valore importante, devono essere decisivi al di là delle scelte tecniche”.
A proposito di Del Piero: adesso sta iniziando a crescere il minutaggio delle sue apparizioni anche in campionato, oltre che in coppa Italia.
I risultati, a quanto pare, iniziano ad intravedersi.
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8 commenti:
Penso che in questo momento fratello, l'impiego di Alex Del Piero,possa essere molto importante,per le capacità realizzative che mancano un pò agli altri, ma anche perchè la presenza in campo di un uomo con tanta esperienza può rivelarsi fondamentale. Giustamente tu hai individuato nei punti persi con Chievo e Bologna quelle 4 lunghezze che ci separano dal Milan. Io andrei un pò oltre e ci aggiungerei i due persi con il Siena, con i quali, saremmo davanti ai rossoneri. ;-))
Si', Danny, concordo.
Aggiungiamo il fatto che con Chievo e Bologna non abbiamo vinto neanche all'andata...
Del Piero? Un signore, dentro e fuori dal campo di gioco.
Godiamoci questi suoi ultimi giorni con la maglia juventina.
Un abbraccio!
Forse, ripeto forse, la nostra classifica a -4 è un pò colpa della neve.
A causa dei rinvii abbiamo giocato insieme partite (che altrimenti sarebbero state giocate in un periodo più lungo) proprio nel momento di calo di forma. Calo di forma prevedibile, perchè non è immaginabile avere una partenza a razzo e come sembra (facciamo i debito scongiuri!)con ancora benzina per il rush finale.
E il fin qui poco utilizzato Del Piero potrebbe diventare la carta vincente.
roberta
Giusto ieri mi e' capitato tra le mani un articolo scritto da un noto giornalista che giungeva alla tua stessa conclusione: i rinvii per neve (e... Pioggia... Proprio a Napoli) ci hanno complicato la vita non poco.
Opinione personale: sono comunque serviti a capire una volta di piu' che la squadra, in previsione di un ritorno nelle competizione europee, va rinforzata.
Un abbraccio!
Dimenticavo...
Siamo ai limiti dell'assurdo... Leggi/leggete qui: http://m.tuttosport.com/m/tuttosport/articolo/178376/de-laurentiis-provoca-coni-juve-napoli-altrove
Ormai non riesco neanche piu' a scherzarci sopra...
Sono d'accordo!! Qui non c'è più da scherzare...De Laurentiis si alza la mattina e dice che nopn si può giocare la finale di Coppa Italia a Roma...e quello che è ancora più assurdo è...che sarà accontentato!!!
Vergognoso!!!!!!!!!!!
Alla fine, Danny, si giocherà proprio a Roma.
E' successo quanto temevo: una sceneggiata all'italiana.
Mah...
Un abbraccio!
Beh...meno male...ma si è arrivati a ciò, solo grazie all'intervento di Beretta. Resta però lo strano atteggiamento di Petrucci, il quale, fingendo di prendere una sua autonoma decisione e di essere lui a non concedere lo stadio Olimpico, stava proprio per accontentare le richieste del presidente del Napoli.
A me, tutto ciò, è apparso molto ma molto strano...
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