mercoledì 13 giugno 2012

Euro 2012: L’Italia e la vittoria per raggiungere i quarti

Dopo il pareggio ottenuto contro la Spagna all'esordio degli Europei 2012 ospitati da Polonia e Ucraina, il prossimo ostacolo che l'Italia affronterà sulla strada verso i quarti di finale si chiama Croazia.

In occasione della partita disputata la scorsa domenica ci sono stati due "battesimi" particolari per altrettanti protagonisti della sfida: uno ha riguardato Cesare Prandelli, per la prima volta alla guida della nazionale in una manifestazione importante ("Sono emozionato come 22 anni fa, quando ho fatto il mio esordio sulla panchina della Primavera dell'Atalanta. Pressione? Molta, anche se poi, a volte, mi fermo e penso che si tratta soltanto di calcio"), l'altro è capitato ad Emanuele Giaccherini, che all'età di ventisette anni è riuscito a coronare il sogno di indossare la maglia azzurra ("Emozionato? Se devo essere sincero ho sentito di più l'esordio con la Juventus. Qui ero tranquillo, ho vissuto la vigilia con grande serenità. Il resto l'hanno fatto i miei compagni: tutti mi hanno detto di stare tranquillo e di giocare come so fare").

Dalla Spagna, quindi, alla Croazia, passando attraverso la lettura dell'album dei ricordi: contro i biancorossi era iniziata l'avventura come commissario tecnico di Roberto Donadoni (il 16 agosto 2006), mentre l'uscita dagli Europei del 2008 (in Austria e Svizzera) per mano degli iberici (22 giugno 2008) aveva provocato il suo addio ed il ritorno di Marcello Lippi.

Al tecnico viareggino, fallita la spedizione azzurra nel mondiale disputato in Sudafrica, nell'estate del 2010 venne imputata (anche) la mancata convocazione di Balotelli e Cassano, gli stessi attaccanti che figuravano nell'undici titolare nella gara inaugurale dell'attuale torneo. Complice l'assenza forzata di Giuseppe Rossi, quello della composizione del reparto offensivo rappresenta uno dei problemi che Prandelli dovrà risolvere nel prosieguo della manifestazione.

La Spagna ha deciso di presentarsi al cospetto dell'Italia priva di punte, tanto per costrizione (Villa infortunato) quanto per volontà. Dal canto loro gli azzurri hanno abbandonato l'ormai abituale difesa "a quattro" (con la quale hanno subito soltanto due reti su un totale di dieci partite nelle qualificazioni) per passare a quella "a tre" guidata da De Rossi, tolto dalla linea mediana per colmare il buco lasciato dalla perdita di Barzagli.

Il risultato? Un pareggio per 1-1: Di Natale sostituisce Balotelli e porta in vantaggio l'Italia, mentre le Furie Rosse non devono aspettare più di tre minuti per trovare la via del goal. Grazie ad un centrocampista (Fabregas), naturalmente.

Per gli uomini di Prandelli, partiti come sfavoriti di fronte ai detentori del titolo, si è trattato di una bella boccata d'ossigeno dopo il 3-0 rimediato nella recente amichevole disputata a Zurigo contro la Russia. Pochi giorni fa, a Cracovia, lo stesso allenatore aveva ammesso i propri dubbi sulla reale consistenza del gruppo: "Dopo la qualificazione ci sono stati infortuni e cali di rendimento che hanno modificato i piani. Sarà gioco forza avere una squadra che cambia e sono curioso di vedere e di capire se sarà comunque una protagonista".

Per riuscirvi dovrà cambiare l'approccio mentale in vista delle prossime gare, laddove altri pareggi porterebbero più guai che soluzioni. Il percorso da intraprendere, in un altro contesto e nel corso di un torneo decisamente più ristretto nel tempo, è simile a quello compiuto dalla Juventus scudettata di Antonio Conte: se all'inizio del campionato ogni partita veniva affrontata come un esame da superare, nel prosieguo della stagione il ruolo di favorita l'ha costretta a scendere in campo cercando la vittoria a tutti i costi.

Prandelli, che negli ultimi tempi ha attinto a più riprese dal serbatoio bianconero, potrà avvalersi dell'esperienza diretta di alcuni giocatori di Madama. Proprio su questo tema il commissario tecnico si è preso anche qualche piccolo merito : "Se la Juve è diventata l’ossatura della Nazionale non è per caso, siamo stati bravi a dare fiducia ai suoi uomini anche quando arrivavano settimi in campionato e ci criticavano per questo".

Una vittoria degli azzurri contro la Croazia manca dal lontano 1942. Giovanni Trapattoni, guida di quell'Irlanda che sarà l'ultima avversaria nel girone, all'epoca dei fatti aveva soltanto tre anni. Ascoltando le sue ultime dichiarazioni viene da pensare che sia opportuno non ricordarglielo: "Vecchio? Sono un ventenne con tanta esperienza".
Ci sarà tempo per pensare anche a lui. Prima, però, è necessario portare a casa i primi tre punti di questo Europeo.


Articolo pubblicato su

5 commenti:

Danny67 ha detto...

Quella di questa sera è una partita difficilissima, addirittura più ostica di quella contro la Spagna, non per motivi di qualità tecnica ovviamente (la Spagna è tuttora la squadra più forte del mondo) ma perchè, come spesso capita, psicologiamente è molto più facile affrontare un grandissimo avversario che fa gioco (ma ti lascia anche qualche spazio) e contro il quale non hai niente da perdere, piuttosto che un avversario contro cui devi fare la partita, che corre molto e affrontando il quale hai tutto da perdere. Vedremo con quale mentalità e in che condizione fisica gli azzurri scenderanno in campo.

Un abbraccio fratello

Thomas ha detto...

Quanto hai scritto sintetizza il senso della parte finale dell'articolo: un conto e' subire la partita (e portare a casa la "pellaccia"), un altro e' dover imporre il prorio gioco (e dover vincere a tutti i costi).

Per una serie di motivi mi spaventa di piu' la gara con la Croazia che sta per avere inizio.
Speriamo in bene.

Un abbraccio, Danny!
A presto

MauryTBN ha detto...

In questa nazionale io vedo solo tanta improvvisazione e tanta incoerenza. Tralasciando la coppia d'attacco, perchè sarebbe come sparare sulla Croce Rossa (Cassano corre meno dei due arbitri di porta), ci sono tante cose che non mi convincono. Come il provare la difesa a tre per la prima volta contro i campioni del mondo, nel tentativo di imitare la Juve. Come l'affidarsi ad un esordiente per la partita inaugurale dell'europeo. Come la cacciata di Criscito. Come la convocazione di Montolivo, reduce da una stagione disastrosa. Per Pepe e Matri c'è mai stata una reale possibilità di entrare a far parte dei 23?? Prandelli ha i suoi fedelissimi, assolutamente intoccabili, nonostante si reggano a mala pena in piedi. Mi meraviglio che al centro dell'attacco non ci sia Gilardino, un altro dei suoi pupilli coccolatissimi...

Giuliano ha detto...

concordo con Maury...un po' i difetti della Juve, per di più senza Pepe, senza Lichtsteiner, senza ali insomma. Essere qui a rimpiangere Pepe è davvero dura, e questo la dice tutta!
In più, Cassano rende se ha vicino un centravanti vero, come Pazzini nella Samp o come Ibra nel Milan: ma qui, in mezzo non c'è mai nessuno. Ecco, dopo Pepe mi tocca rimpiangere anche Matri, il che è davvero troppo.
Conclusione: se incontrate in interista che parla della Nazionale, ditegli di stare zitto. Ne avevamo due discreti, Ranocchia e Pazzini, ma se fosse per l'Inter non avremmo più nemmeno la Nazionale almeno dal 2002.

Thomas ha detto...

@MauryTBN: le tue osservazioni, condivisibili come al solito, trovano pieno riscontro nelle modifiche che Prandelli attuerà domani.
L'unica cosa che non potrà fare sarà inserire gli elementi che ha lasciato a casa.

Per inciso: quelli che hai elencato tu li avrei portati tutti...

@Giuliano: oltre a concordare con quello che hai scritto, sei riuscito anche a strapparmi un sorriso...
:-)

Un abbraccio e buona domenica ad entrambi!!!