sabato 1 settembre 2012

La rabbia e l'orgoglio della Juventus


Prima il Parma, poi l'Udinese. Il calendario si è divertito a presentare alla Juventus le stesse avversarie che avrebbe dovuto affrontare all'inizio dello scorso campionato, modificando soltanto l'ordine degli incontri. Allora, però, lo slittamento della prima giornata (per le note vicende legate al mancato rinnovo del contratto collettivo) aveva rimandato la trasferta nel Friuli in prossimità delle feste natalizie. L'esordio di Madama in serie A era stato quindi posticipato all'11 settembre 2011, giorno in cui - a Torino - aveva sconfitto i gialloblù con un secco 4-1.

All'epoca si era parlato di un pericolo scampato: l'Udinese, smantellata e ricostruita con nuovi pezzi di ricambio come in ogni stagione, veniva considerata una delle squadre più temibili da fronteggiare. Oltretutto schiumava ancora rabbia, mista a delusione, per l'eliminazione dalla Champions League subita per mano dell'Arsenal.
La vittoria ottenuta dagli uomini di Conte nella seconda giornata contro il Parma aveva portato loro punti, entusiasmo ed una maggiore convinzione nei propri mezzi. In sintesi, si era trattato di un vero e proprio toccasana per una creatura che necessitava di continue certezze per crescere sempre più forte.

A distanza di poco meno di un anno la Juventus affronta il viaggio a Udine col titolo di campione d'Italia in carica, i favori del pronostico ed il vanto di essere imbattuta in campionato dal lontano 15 maggio 2011, data della sconfitta patita allo stadio "Ennio Tardini"- guarda caso - contro il Parma. La squadra di Guidolin, viceversa, dopo aver smantellato un gruppo capace di ottenere un brillante terzo posto in classifica è stata nuovamente eliminata dalla massima competizione europea, questa volta ad opera dello Sporting Braga. Adesso, però, sta convivendo con la paura di non riuscire più a ripetere le imprese del recente passato.

"E' la partita più importante della mia vita", aveva detto lo stesso Guidolin prima della gara di ritorno dei preliminari contro i portoghesi. Il giovane brasiliano Maicosuel, reo di aver fallito il rigore decisivo tentando di imitare i vari Panenka, Pirlo e Totti nell'esercizio del cucchiaio, ha dimostrato di non aver ancora metabolizzato lo spirito che da anni anima il club friulano. Per informazioni bastava chiedere un parere a Giampiero Pinzi, centrocampista di lungo corso: "La nostra forza è la paura di retrocedere. Per questo non molliamo mai un pallone. E' la molla che ci fa arrivare così lontano".

Dimenticare in fretta la gioia per i successi appena ottenuti per cercare di costruirne altri è la ricetta vincente di molte società. Andrea Agnelli, il giorno della presentazione delle divise per l’attuale stagione, lo aveva dichiarato a chiare lettere: "Siamo consapevoli che ora si torna ai blocchi di partenza, si riparte da zero, ma si è acquisita la consapevolezza di come si vince". Aggiungendo, poi: "L’anno scorso è stato indimenticabile. È stato lo scudetto della rabbia, per quello che ci è accaduto, e dell’orgoglio, per ciò che siamo tornati ad essere".

Rabbia e orgoglio, gli stessi sentimenti manifestati da Antonio Conte a più riprese nel corso di un’estate che per lui non è stata semplicemente calda, bensì bollente. In merito alle trattative utili a puntellare e rinforzare la rosa a disposizione sua e di Carrera lo scorso 16 luglio il tecnico era stato sibillino: “Sono contento del mercato, ma c’è ancora qualcosa da fare. L’anno scorso feci la battuta sul ‘bass player’. Adesso vi dico che il ‘top player’ deve essere tale non a livello economico ma calcistico, come Vidal nel 2011. E sappiamo che quando non ci sono soldi vincono le idee”.

Ora che le luci sulla sessione estiva del calciomercato si sono spente, a Torino è sbarcato Nicklas Bendtner. Leggendo le critiche che hanno accompagnato il mancato acquisto di un giocatore dall’elevato spessore tecnico nel reparto offensivo della Juventus tornano alla memoria le parole pronunciate, poco meno di due mesi or sono, dal presidente Agnelli: “Il top player? Ci stiamo comportando coerentemente con le esigenze della squadra, valuteremo strada facendo. Io aspetto di sentire da voi che con la squadra che abbiamo usciremo dalla fase a gironi della Champions League...”.

A proposito di Champions League: la prima gara che sancirà il ritorno della Vecchia Signora nella massima competizione continentale la vedrà opposta al Chelsea, il club detentore del trofeo. Ieri il club inglese è stato sconfitto nella finale di Supercoppa Europea dall’Atletico Madrid, spinto da un monumentale Falcao, autore di una tripletta nel 4-1 conclusivo. Un fuoriclasse, il colombiano. Di quelli veri.

Comunque sia, ci sarà tempo per pensare all’Europa. Alla Juventus, adesso, spetta il compito di concentrarsi sulla trasferta di Udine, evitando di compiere l’errore di sottovalutare un avversario in evidente difficoltà.
La palla, ora, passa in mano a Conte e Carrera.

Articolo pubblicato su Tutto Juve.com
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4 commenti:

Giuliano ha detto...

ti dirò, e penso di condividere un po' il pensiero di tutti, che io mi sono affezionato alla rosa dell'anno scorso, e sono contento che siano rimasti tutti. (a parte Krasic, Manninger, Grosso ed Elia, che però non giocavano mai). La Juve 2011-2012 la metto accanto a quella 1971-72, ci si affeziona a squadre così, una bella sorpresa dopo anni di grigiore.
Poi c'è Del Piero, manca anche lui, ma qui bisognerebbe aprire una parentesi di quelle grandi, perciò sospiro e sorvolo.

Giovinco si è svegliato? speriamo che continui!

Thomas ha detto...

Ricordo quanto sostenevo lo scorso anno: non credevo ad un ritorno di Giovinco alla Juventus, men che meno a quelle cifre.

La Juventus targata 2011/12 è stata una sorpresa meravigliosa. Quella di quest'anno dovrà confermarsi.

Del Piero? Gli voglio un bene dell'anima, mi manca.
Ma la difficoltà nel trovare subito una sistemazione ideale è stata la miglior risposta a tutti quelli che lo ritenevano indispensabile.

Sto lavorando ad una novità importante che riguarda il sottoscritto.

Nei prossimi giorni, forse già a partire da questo fine settimana, troverai (troverete) traccia sul blog.

Un abbraccio!!!

Giuliano ha detto...

...ho dimenticato Estigarribia! mi era piaciuto anche lui, spero che faccia bene alla Samp (ma non contro di noi, of course)
:-)

Thomas ha detto...

Estigarribia (Estibargiggia per gli amici) avrò modo di seguirlo ancora qui a Genova.
:-)

Non dispiaceva anche a me.

La Sampdoria ha costruito una buona squadra. Auguro a Ferrara, di cuore, di continuare a crescere come ha fatto da qualche tempo a questa parte anche nelle vesti di allenatore.

A presto!
Un abbraccio